"L'abbraccio dei cigno"
Scultrice di Conversano vince concorso: il suo cigno esposto in piazza a Cuneo
La giovane Daniela Giglio ha realizzato l'opera in ferro, alta quasi due metri e mezzo
S’intitola «L’abbraccio del cigno» ed è stata inaugurata in piazza Boves, nel centro storico di Cuneo, la nuova «Scultura da vivere», dono della Fondazione Peano alla città ed opera della scultrice di Conversano Daniela Giglio, dell’Accademia di Belle Arti di Bari. La giovane artista ha vinto la XXI edizione del concorso internazionale che ha trasformato in due decenni il capoluogo piemontese in una galleria d’arte all’aperto, inserendo sculture nel paesaggio urbano e poi negli spazi verdi dei quartieri.
L’ultima opera inaugurata s’intitola «L’abbraccio del cigno» e porta la firma della giovane Giglio sulla base del bozzetto presentato lo scorso anno, selezionato da una giuria tecnica e poi votato dal pubblico nel corso dell’iniziativa «Arte in piazza» organizzata dall’Associazione culturale di Piazza Boves che ha come obiettivo proprio la valorizzazione della piazza come nuovo luogo di produzione artistica e culturale della città.
La scultura, realizzata in ferro, alta circa 2,4 metri e di pregevole eleganza, accoglie l’analisi del contesto, inserendosi nella piazza secondo le qualità principali che la presiedono. Come spiega l’autrice: «La scultura tutta è avvolta da un’ala e i cerchi che compongono la struttura del cigno danno la sensazione di volersi aprire e farle spiccare il volo. Le piume protese verso l’alto comunicano un senso di libertà profondamente legato allo stesso senso di libertà proprio di ogni sentimento umano. L’ala è come una mano tesa a porgere qualcosa e ad accoglierla nello stesso tempo. E così lo stesso cigno, che dona il suo abbraccio a coloro che passano per la Piazza Boves o Piazza dell’Amore di Cuneo, allo stesso tempo, invita a ripetere a loro volta l’esperienza anche simbolica dell’abbraccio con quanti condividono la funzione aggregativa che la piazza possiede». Impreziosire gli spazi pubblici con la presenza di opere d’arte è secondo l’artista conversanese «una scelta straordinaria» che andrebbe replicata nelle nostre città.