L'annuncio

Turi, la reliquia di Sant'Oronzo arriverà in città per la festa ad agosto

Valentino Sgaramella

La nunziatura di Zara ha concesso che il crazio del Santo venga traslato per 11 giorni nella cittadina del sud barese

Ora è ufficiale. La nunziatura apostolica di Zadar (Zara, in italiano) in Dalmazia, ha concesso che la reliquia di Sant’Oronzo, in pratica la teca cranica, sia traslata nella città di Turi, cittadina in provincia di Bari. Qui sarà oggetto di culto per i cristiani provenienti da ogni dove fino al 26 agosto prossimo, giorno in cui si celebra la festa del santo patrono, Oronzo appunto. Circa le voci di una possibile breve visita a Turi di papa Francesco, l’arciprete, don Giovanni Amodio, si limita a dire: «Sarebbe una cosa straordinaria, non dico nulla e non prevedo nulla». La lettera è stata spedita il 17 maggio scorso dall’arcivescovo di Zara, mons. Zelimir Puljic, ed indirizzata a mons. Giuseppe Pinto, nunzio apostolico in Croazia.

«Le trasmetto copia della lettera della sezione per la conservazione dei beni culturali di Zara - scrive il prelato - nella quale rispondono che permetteranno che il reliquiario di Sant’Oronzo possa essere prestato durante l’undena 2018» ossia gli 11 giorni che precedono la festa del santo patrono di Turi, il 26 agosto. «Si è pensato che un gruppo di pellegrini da Zadar potrebbe accompagnare le reliquie - prosegue la lettera - si aspetta che gli organizzatori della festa nella diocesi di Conversano-Monopoli assicurino protezione e cura necessarie al reliquiario che al di fuori del significato religioso ha un valore artistico prezioso». L’ubicazionedelle reliquie di Sant’Oronzo, per tanti secoli, è stata avvolta da un alone di mistero. Sono state avanzate molteplici ipotesi dagli agiografi e storici del santo vescovo martire, che si sono succeduti via via nel tempo.

Nel 1672, Carlo Bozzi narra che i resti mortali dei due santi Oronzo e Tito Giusto, una volta uccisi, all’alba di quel fatidico 26 agosto dell’anno 68 d.C., per ordine del governatore romano di Lecce, il crudele Antonino, furono «lasciati insepolti, in pasto agli uccelli di rapina e alle fiere. I fedeli conobbero il luogo ove giacevano le salme benedette. Accorsero sul luogo del martirio (ove attualmente sorge il Santuario di Sant’Oronzo fuori le Mura, a Lecce, ndr) e la nobile Petronilla ordinò che di notte fossero trasportati segretamente nel suo palazzo».

Giusto fu riposto fuori della città dove poi sorse la sua chiesa, ora distrutta. Il corpo di Oronzo invece fu trasportato nella casa di Petronilla e lì fu seppellito, dove oggi sorge il palazzo dei vescovi di Lecce. E qui, si perdono le tracce delle reliquie dei due santi martiri. Mons. Luigi Propotopapa, già arcidiacono della cattedrale di Lecce, avanza tre ipotesi. La prima: «Furono forse distrutte, come andò distrutta ogni memoria del passato della città di Lecce». La seconda: «Furono forse nascoste in luogo sicuro, per preservarle dalle incursioni barbariche, e poi dimenticate, forse per la morte stessa di chi le aveva occultate». La terza: «Furono forse trasportate tempestivamente in un luogo lontano da Lecce». La terza ipotesi è la più accreditata. Mons. Protopapa scrive: «Il culto di Sant’Oronzo è vivissimo fin dall’alto Medio Evo nella Dalmazia» ed a Zara si conserva il capo di Sant’Oronzo.

Mons. Protopapa aggiunge: «Nel 1091 Sergio, giudice di Zara, fa eseguire una cassetta d’argento, adorna di figure, vi ripone il capo del santo e la dona alla chiesa Cattedrale di S. Anastasia» e tuttora fa parte del tesoro di quella stessa Cattedrale. Ed ora l’intera Puglia attende la reliquia a Turi che sarà il cuore della cristianità per 11 giorni.

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