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Addio a Rosalba Messeni Nemagna Signora del Petruzzelli

Scompare a 62 ann: lottò contro l’esproprio del teatro

BARI - Addio a Mariarosalba Messeni Nemagna, la principessa del Petruzzelli. Sessantadue anni, per tutti Rosalba, discendente della famiglia che agli inizi del secolo scorso costruì il noto teatro, rappresenta il simbolo della lotta durata quasi tre decenni, al fine di ottenere la ricostruzione prima e contro l’esproprio da parte dello Stato poi. Erede dello storico politeama, al quale era romanticamente legata, per anni ne ha difeso strenuamente la proprietà, ma col garbo e la cortesia che erano nei suoi tratti distintivi, insieme ai cugini Francesco e Ciro Garibaldi.

Una donna in missione a favore della tutela del patrimonio artistico e culturale della terra di Puglia, Rosalba Messeni Nemagna è stata, con tutta la famiglia, una delle artefici del famoso accordo stilato nel 2002 con l’allora sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, che incantato dal suo charme la chiamava principessa. Il protocollo d’intesa fu poi perfezionato dal successore del critico, Nicola Bono (con la regia occulta dell’allora vicesindaco, Egidio Pani e degli assessori Angiola Filipponio ed Emilio Toma) e siglato col ministro Giuliano Urbani, permettendo di superare ostacoli e cavilli burocratici, spianando la strada alla riedificazione del teatro.

A rendere nota la scomparsa di Rosalba (avvenuta ieri mattina), è stato il cugino Francesco Garibaldi, in una lunga lettera pubblicata sul social network, Facebook, in cui si ricordano «questi 27 anni di battaglia trascorsi» a causa di «una storia paradossale e kafkiana», per riottenere la proprietà del teatro passato in mano pubblica durante l’amministrazione Emiliano. «Tu lo sai che non smetteremo di combattere insieme, anche se da postazioni diverse, la tua adesso eccelsa e luminosa, e non così miserabile e meschina come quella umana in cui noi dobbiamo ancora scontrarci con soggetti cinici, crudeli, corrotti nell’anima», scrive ancora, citando «le parole di Papa Francesco».

[Ninni Perchiazzi]

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