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Olimpiadi Parigi 2024, il potentino Acerenza quarto nella 10 km di nuoto di fondo nella Senna

Niente podio per gli azzurri, oro all’ungherese Rasovszk. Nono Gregorio Paltrinieri, crollato negli ultimi metri

PARIGI - Alle Olimpiadi di Parigi Domenico Acerenza ha chiuso al quarto posto la gara dei 10 km di nuoto di fondo. Nelle acque della Senna oro all’ungherese Kristof Rasovszky, argento al tedesco Oliver Klemet, bronzo all’altro ungherese David Betlehem. Nono Gregorio Paltrinieri, crollato negli ultimi metri.

«Bellissimo campo di gara anche a livello di pubblico. Una delle più belle gare nelle acque libere mai fatte, lasciando le storie dei giorni passati. Ma non mi ritufferei nella Senna, ora speriamo di stare bene nei prossimi giorni sennò qualcuno dovrà assumersi le sue responsabilità» . Lo ha detto Domenico Acerenza, quarto nella 10km nella prova in acque libere a Parigi, ribadendo il concetto già espresso ieri da Ginevra Taddeucci, ieri bronzo nella gara femminile.
«Ho letto che qualcuno ci chiedeva di non buttarci nella Senna, ma era come chiedere di non andare a lavoro. Siamo stati messi in questa condizione e dovevamo farcela andare. Non mollo mai, io sono così. Ci credo fino alla fine, è la mia filosofia. Più di così non potevo fare, esistono anche i quarti anche se non ci piacciono. Ero pronto a morire in questa gara e ci sono riuscito», ha concluso il nuotatore lucano.

«Sono morto. Ho dato tutto in questa gara, mi sono divertito molto, la tattica è stata fondamentale e io ho usato tutta la mia esperienza. Comunque ho dato il massimo e per la mia prestazione sono soddisfatto di me stesso - continua l'atleta potentino - Alla fine ho cercato di prendere i primi due e speravo che nessun mi affiancasse perchè ero morto, ma quando l’ungherese mi ha affiancato non ne avevo più. Ero finito», aggiunge.
«Non posso recriminare nulla - spiega ancora Acerenza -, nell’ultimo mese ho avuto problemi alla spalla che mi hanno condizionato ma nel complesso sono soddisfatto di quello che ho fatto. Il destino si vede era quello, perchè la gara l’abbiamo fatta come era stata preparata. Un quarto posto alle Olimpiadi comunque non è da buttare via»

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