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Tennis, Vittoria Paganetti senza limiti: «A Roma un sogno, sudo per essere migliore»
Il tecnico Gorgoglione sulla promessa azzurra: «Vittoria ha una dote importante, il coraggio. Noi dello staff abbiamo il compito di aiutarla»
Difficile dimenticare il primo main draw agli Internazionali d’Italia. A 17 anni Vittoria Paganetti è stata la quarta pugliese a riuscirci dimostrando anzitutto a se stessa e poi a chi ha sempre creduto in lei di essere sulla strada giusta.
Dieci giorni di magia ed un sogno coronato. Cosa si prova a luci spente?
«Sicuramente sono stati dieci giorni di magia, avere la possibilità di giocare in questo torneo mi ha dato la consapevolezza di poter fare bene e ho creduto sin dai primi momenti di riuscire a superare il tabellone di pre-qualificazione per entrare in un torneo di altissimo livello. Ho vissuto e ho pensato partita dopo partita ed insieme ai maestri Raffaele Gorgoglione e Michele Mizzi (nello staff anche il tecnico Vincenzo Carlone, ndc) abbiamo preparato ogni match cercando di tenere un livello alto fino al momento incredibile e magico in Piazza del Popolo quando ho capito che avrei giocato nel tabellone principale. Adesso si torna a casa con tantissime cose in più e la consapevolezza che è stata una esperienza fantastica che mi ha dato tanta fiducia. Mi sento molto cresciuta e non vedo l’ora di tornare a lavorare».
Dalle tribune non si è vista tutta questa differenza rispetto alla tua avversaria. Cosa è mancato per riuscire a portare a casa la vittoria?
«Sicuramente avevamo preparato molto bene la partita con la Stefanini e sono entrata in campo molto decisa. Giocare sul Pietrangeli non era facile ma sono riuscita a gestire molto bene le emozioni e in avvio di partita sentivo di esserle superiore nel ritmo. Non ho gestito bene il vantaggio iniziale ma nel livello di gioco ero li e credo mi sia mancata un po’ di presenza in quella fase della partita. C’è un po’ di rammarico ma va bene cosi».
A voler rigiocare il match cosa non andrebbe rifatto?
«Cercherei di gestire un po’ meglio alcuni momenti ma ho capito cosa avrei potuto far meglio. Ho giocato contro una avversario di alto livello e, ripeto, va bene così».
Negli ultimi mesi ci sono stati enormi progressi, ora viene la parte più difficile?
«Dopo l’Australia mi sento molto cresciuta, negli ultimi mesi ho lavorato bene e ho fatto buoni risultati con tre semifinali nei tornei juniores, ho vinto partite contro giocatrici di livello e sono serena. L’obiettivo è quello di continuare a lavorare per cercare di salire ancora di livello tenendo a mente gli obiettivi. Sento che stiamo andando bene, i risultati sono la somma di questi aspetti».
Quali appuntamenti nei prossimi mesi?
«Sicuramente giocherò al Bonfiglio, poi dovrei giocare il torneo junior del Roland Garros e proseguirò con una attività mista tra tornei pro e quelli under 18».
La dedica primo traguardo?
«Senza dubbio a mio zio che ci lasciato lo scorso anno, lo dedico a lui, gli volevo bene ed era un mio grande tifoso».