i dati
Si moltiplicano i birrifici, ma scende il tasso alcolico
Nei primi sei mesi del 2025 si sono affacciate sul mercato 440 birre
Crescono i birrifici, anche se si produce meno birra e sempre più a basso contenuto alcolico. Sono i dati diffusi in occasione della nuova edizione di “Bolle di Malto”, il più importante evento nazionale dedicato alla birra artigianale, di scena a fine agosto a Biella. L’evento, che quest’anno festeggia dieci anni di gusto e cultura, ha analizzato i dati redatti da “Italian Craft Beer Trends”, l’osservatorio permanente del settore che studia i numeri presenti sulla piattaforma “Whatabeer”.
La novità indiscussa di questa prima parte del 2025 è l’ingresso dei birrifici italiani nel segmento delle NoLo e, in particolare, delle birre low-alcohol. In questo primo semestre dell’anno, infatti, si sono affacciate sul mercato 440 birre inedite (con un più 27 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), che forniscono indicazioni molto interessanti sulle evoluzioni che stanno investendo il comparto della birra artigianale. E quella più interessante riguarda proprio le birre a basso contenuto alcolico, sulle quali i birrifici italiani hanno deciso di puntare. Basti pensare che il 16,14 per cento delle produzioni censite su Whatabeer, da inizio anno ad oggi, ha una gradazione inferiore alla soglia psicologica del 4 per cento di alcol, rispetto al primo semestre degli ultimi tre anni nei quali questo gruppo di birre si fermava intorno al 6 per cento. Di conseguenza, anche la gradazione alcolica media di tutte le birre sta lentamente scendendo: una voce statistica che, a partire dal 2021, negli ultimi cinque anni, è calata di un punto percentuale, in linea con un consumo più consapevole e inclusivo. La tendenza in atto è senza dubbio figlia dei cambiamenti nelle abitudini di consumo dei bevitori italiani. Ma un peso non indifferente, bisogna ricordarlo, l’ha avuto anche il nuovo codice della strada, che ha contribuito a diffondere sia attenzione che timore nei confronti dell’alcol. C’è anche una crescente predilezione per tipologie di birre associate al benessere – poiché implicano una minore assunzione di alcol – e alla facilità di bevuta. Senza dimenticare il traino, più o meno consapevole, dell’industria, che negli ultimi anni ha puntato fortemente sul segmento NoLo. A parte alcune eccezioni, i birrifici artigianali italiani stanno trascurando le birre analcoliche per prediligere le low-alcohol. Altri dati interessanti: nel 2024 la produzione di birra si è attestata a 17,1 milioni di ettolitri, marcando una lievissima flessione (meno 1,90 per cento) in rapporto ai 17,4 milioni di ettolitri dell’annata precedente. Flettono leggermente anche i consumi individuali, con 36,4 litri pro capite annui, segnando un meno 1,89 per cento rispetto al 2023. I dati del comparto artigianale appaiono in controtendenza rispetto al sentiment generale. Il numero di microbirrifici e brewpub, infatti, continua a crescere, tanto che nel l’anno passato ha toccato quota mille. Nel 2024, inoltre, sono cresciute le referenze di birra artigianale, se ne contano settecento. Insomma, dal 25 agosto al primo settembre Biella ospiterà la nuova edizione di “Bolle di Malto”, trasformando la città in un grande palcoscenico a cielo aperto, dove ogni luogo ha una vocazione, una storia da raccontare, un’esperienza da vivere. Quest’anno, però, il festival segnerà anche un passaggio epocale con il debutto del “Salone Italiano della Birra”, un nuovo format che metterà al centro il comparto brassicolo italiano, le sue eccellenze, la formazione e l’inclusione, con un focus indispensabile sui grandi cambiamenti del sistema-birra.