L'intervista
Mr. Rain: «Molte delle mie canzoni sono nate qui in Puglia»
Il musicista venerdì 14 luglio sarà a Molfetta e giovedì 3 agosto a Lecce
«Fare un mestiere nobile e duro come il fornaio, si lavora di notte e si dorme di giorno, ti fa crescere con dei valori che ti inquadrano la vita: mio padre, mio nonno fanno questo mestiere da generazioni. Spesso, prima di fare musica, ho fatto anche io il panettiere e mi ha insegnato tante cose. Sono cresciuto in una panetteria dove ho appreso tanti valori, su tutti l’essere stacanovista come mio padre, cosa che adesso faccio con la musica».
In queste parole del 32enne bresciano Mr.Rain, al secolo Mattia Balardi, sono racchiuse tutta la sensibilità e l’umiltà di un artista che, nell’ultimo anno, ha raccolto numeri da superstar, anzi da «supereroe». Mattia è un artista multiplatino con all’attivo oltre 700 milioni di streaming, 13 dischi di platino e 5 d’oro, e autore di hit come Fiori di Chernobyl, 9.3, Meteoriti, Ipernova e quella Supereroei, canzone animata con un coro di bambini, presentata all’ultimo festival di Sanremo e arrivata al terzo posto, che gli ha permesso di «decollare» nel mondo della musica italiana e, soprattutto, di entrare nel cuore del grande pubblico.
Da giugno è in giro con il suo Supereroi Summer Tour, live che presenterà anche nelle due date pugliesi dell’Oversound Music Festival: a Molfetta, venerdì 14 luglio alle 21.30 sulla Banchina San Domenico, e a Lecce, giovedì 3 agosto alle 21.30 al PalaLive.
Mr. Rain, artista rivelazione all’ultima edizione del Festival di Sanremo, ha scalato tutte le classifiche ed è in questo periodo in radio con «La fine del mondo», singolo in cui duetta con Sangiovanni. Anche se ancora incredulo del suo successo, ci spiega cosa è accaduto?
«Sono andato al Festival con poche pretese, pensavo di fare il mio percorso parallelo, anche perché mi sono sempre considerato un outsider. Sono salito su quel palco importante, sognato per molti anni, per proporre una parte di me senza pensare a cosa sarebbe successo. Poi, esibirmi con il coro di bambini che ho spesso utilizzato nelle mie canzoni come Fiori di Chernobyl, mi sono sentito già felice. Dopo l’esibizione della prima sera, mi sono accorto dell’affetto che arrivava da chi mi ha supportato e dal pubblico: è stato qualcosa di fantastico».
Tanti cambiamenti, ma nella sua vita cos’è mutato?
«Sono in giro da sei mesi e sto facendo tantissime cose, comunque sono rimasto lo stesso di prima e mi godo il momento attimo per attimo. L’unico cambiamento a livello personale, è l’avere poco tempo per me stesso».
Si sente più un cantautore, un rapper o un musicista che ha saputo cogliere l’attimo?
«Sono un po’ tutte e tre le cose, ma non completamente. Sono sicuramente un cantautore, sono stato un rapper e sono un musicista. Sono, soprattutto, un ragazzo che racconta la sua storia, che cerca di dare un suo “contributo” aiutando chi ascolta le mie canzoni, con l’obiettivo di far sentire il mio pubblico meno solo. Spesso quando si affronta un periodo buio, ti senti l’ultima persona al mondo, quindi è importante far sentire agli altri che anche io ho vissuto momenti di difficoltà».
Che live propone?
«Suono con la mia band ed eseguo le canzoni che hanno segnato il mio percorso artistico. È una sorta di raccolta alla quale mi sento molto legato, perché questa canzoni sono state tutte dei punti di svolta per la mia carriera».
Che posto ha la Puglia nel suo cuore?
«Ha un ruolo importante nella mia vita, sin da piccolino quando venivo in vacanza nella vostra straordinaria terra. In Puglia si respira un clima diverso, mi sento a casa. È anche molto stimolante dal punto di vista musicale, infatti ho composto molti pezzi nella vostra regione».