il furto

Taranto, rubate reste di mitili: un danno per le sperimentazioni in corso di mitilicoltura

Compromette gli esiti di un'indagine richiesta dagli operatori del settore per valutare lo spostamento dei mitili dal Primo al Secondo Seno del Mar Piccolo.

TARANTO -  La comunità istituzionale, scientifica e la mitilicoltura tarantina esprimono profonda
preoccupazione a seguito di un grave episodio di furto di reste di mitili avvenuto il 16 giugno.  Si tratta di un atto vandalico che compromette seriamente gli esiti di un'indagine cruciale richiesta dagli operatori del settore per valutare e potenzialmente dilazionare lo spostamento dei mitili dal Primo al Secondo Seno del Mar Piccolo.

Con riferimento al progetto “Valutazione dei tassi di decontaminazione in lotti di mitili trasferiti dal
Primo Seno del Mar Piccolo al Mar Grande”, finanziato dal Commissario Straordinario per gli
interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto e realizzato grazie
alla collaborazione tra ARPA Puglia, ASL Taranto, CNR e Guardia Costiera di Taranto, personale
afferente al Dipartimento di Prevenzione congiuntamente ad ARPA Puglia nello svolgimento
dell’attività pianificata, ha verificato che tutto il prodotto presente nelle stazioni fisse MP 01 – MP
02 - MP 04 del Mar Piccolo, risulta essere stato rubato.
Un episodio che danneggia non solo un progetto sperimentale, ma l'intera filiera produttiva e la prospettiva di un futuro più sereno per la mitilicoltura tarantina, oltre a fare seguito ad altri di
minore entità e mettere a serio rischio il progetto, pensato proprio per aiutare in maniera concreta gli operatori del settore.

Il furto delle reste, parte integrante del campione di studio, determina la riprogrammazione delle
attività sperimentali, ritardando il conseguimento di risposte essenziali il supporto a decisioni
istituzionali, da sottoporsi all'attenzione della Regione Puglia.

Infatti, la sperimentazione in corso risulta fondamentale per acquisire dati scientifici precisi sugli
impatti e le tempistiche ottimali per il trasferimento delle coltivazioni: un'operazione complessa e di
vitale importanza per il futuro economico della mitilicoltura tarantina che sostiene centinaia di
lavoratori.

Particolarmente amareggiato il Commissario Vito Felice Uricchio che sostiene che "la
mitilicoltura, attività storica e profondamente radicata nel tessuto socio-economico di Taranto,
assume oggi un significato che va ben oltre la produzione alimentare. I mitili sono riconosciuti
come veri e propri motori ecologici di resilienza per l'ambiente marino, in particolare per ecosistemi complessi e delicati come il Mar Piccolo. Questi organismi filtratori svolgono un'insostituibile azione di risanamento della colonna d'acqua, rimuovendo attivamente particolato sospeso, fitoplancton in eccesso e sostanze inquinanti, ma anche per la degradazione di contaminanti organici per effetto del microbiota tessuto specifico di guscio, piede e bisso. In aggiunta forniscono habitat per altre specie marine e quindi formano ecosistemi ad alta produttività, oltre ad esercitare un ruolo cruciale anche nel risanamento dei sedimenti in termine di biodegradazione e di bio-capping".
Il Commissario conclude che "in un contesto come quello tarantino, dove la qualità ambientale e
sanitaria è una priorità, comprendere e valorizzare il significato ecologico dei mitili diventa
fondamentale. Essi rappresentano non solo una risorsa economica, ma anche un alleato biologico
prezioso nelle strategie di bonifica e recupero della salute del nostro mare, offrendo un esempio
lampante di come le attività produttive possano integrarsi positivamente con la tutela ambientale,
rafforzando la resilienza complessiva degli ecosistemi".

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