L'allarme

Clima pazzo, a novembre in Puglia i ciliegi sono già in fiore

Ancora in produzione invece gli alberi di fico nel Brindisino

BARI - Da terreni con gli alberi di fico ancora in produzione nel Brindisino ai ciliegi in fiore nel Barese. «Il ciclo vegetativo delle piante è completamente destabilizzato. Stiamo subendo in maniera davvero preoccupante gli effetti del cambiamento climatico»: a lanciare l’allarme su quanto sta avvenendo nelle campagne pugliesi è Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia.

Le alte temperature di ottobre stanno influendo e non poco sulle produzioni attuali, ma anche su quello che potrà essere il futuro raccolto. «Potrebbero iniziare delle vegetazioni che poi tra qualche settimana - aggiunge - con l’arrivo delle gelate rischiano di essere compromesse». E questo potrebbe verificarsi anche per le fioriture anticipate dei ciliegi. E l’ulteriore pericolo, come conferma Cavallo, «è che i casi segnalati a Casamassima per le ciliegie, non siano isolati». «Negli ultimi anni stiamo assistendo in maniera sempre più frequente a fenomeni estremi: o molto caldo o molto freddo; o siccità - evidenzia Cavallo - oppure momenti alluvionali che provocano molti danni». Precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo: situazioni sempre più frequenti. «L'agricoltura è un industria a cielo aperto. Siamo i primi - sottolinea - che stiamo subendo gli effetti di questi cambiamenti climatici».

Produzioni che in queste ore devono fronteggiare i venti di burrasca, e poi - spiegano da Coldiretti - «il freddo che arriverà in un 2023 che si posiziona nel nostro Paese al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 0,82 gradi la media storica da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800». Si tratta di elaborazioni di Coldiretti su dati Isac Cnr nei primi nove mesi. Ed a rischio ci sono anche le colture che per il caldo hanno prolungato la stagione: melanzane, peperoni, zucchine ai cetrioli. E sono ancora in corso le raccolte del mais e del riso, mentre è appena iniziata quella delle olive «con il centro nord che ha già perso 1/3 della produzione», riferiscono da Coldiretti Puglia.

«Sono disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo - concludono - subiscono l’aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante». 

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