L'iniziativa

Fuoricampo: i volti dei proprietari dei cinema salentini al posto delle locandine dei film, un grido contro le sale chiuse

Bianca Chiriatti

I cinema del Salento sono chiusi, e le plance, quelle vetrine dove vengono esposte le locandine dei film in programmazione, sono tristemente vuote, o – nella migliore delle ipotesi – riportano ancora i manifesti di marzo 2020. È stata questa immagine desolante a dar vita al progetto Fuoricampo, Il Cinema Dimenticato: esporre nelle plance le foto dei volti dei proprietari delle sale cinematografiche, una silenziosa ma potente forma di protesta per ricordare a tutti che anche se sono chiuse, dentro c’è qualcuno che aspetta.

Ideatrice dell’iniziativa, totalmente autofinanziata, è stata Laura Stefanelli, di Parabita, che da anni si occupa di comunicazione con la sua agenzia Sette adv: «Vedere quelle locandine vecchie e ingiallite mi suscitava un atteggiamento di sconfitta – racconta – Ho deciso allora di contattare chi rende vive le sale, chi le anima. Oggi ci siamo talmente abituati all’immagine del cinema vuoto, che non fa quasi più effetto. Ma dentro c’è sempre qualcuno che aspetta, con uno sguardo deluso, arrabbiato, triste. Sono proprio questi sguardi che ho voluto mettere al centro, e il progetto si chiama Fuoricampo perché queste persone rimangono dietro le quinte, non sono mai visibili nell’inquadratura, ma senza di loro l’intero settore morirebbe».

Non è stato facile coinvolgere gli otto protagonisti che hanno deciso di «metterci la faccia». Vale la pena citarli tutti: Daniela Vantaggiato, Cinema Ariston - Collepasso, Antonio Mosticchio, Multiplex Teatro Fasano - Taviano, Silvano Carratta, Cinema Tartaro - Galatina, Gianluigi Petrucelli, Cinema Teatri Riuniti - Gallipoli, Rocco Cafueri e Alessandro Rizzo, Cinema Moderno - Tricase, Andrea e Christian Spinelli, Cinema Teatro Moderno – Maglie. «All’inizio, quando li ho contattati, erano scettici – continua Laura Stefanelli – mi dicevano che non avevano soldi. Ma io non volevo nulla, se non i loro sguardi. Avevo voglia e bisogno di mettere a disposizione il mio lavoro per dare voce a una filiera dimenticata e troppo spesso maltrattata. I proprietari dei cinema appena venti giorni fa hanno ricevuto gli aiuti di marzo 2020, nonostante affitti e bollette da pagare. Sono ritardi imperdonabili, che vanno resi noti».

Foto e video del progetto sono stati curati, rispettivamente, da Luigi Quarta e Giulio Librando; Alessandro Bardoscia si è occupato di capelli e make-up dei soggetti ritratti. E l’intera operazione, lanciata ufficialmente il 21 aprile, Giornata Mondiale della Creatività e dell’Innovazione, potrebbe essere esportata in tutta Italia, e vuol fare luce anche sulle prospettive future del settore: limiti di capienza delle sale, paura di tornare in luoghi pubblici, concorrenza del digitale. «Un giorno i cinema riapriranno – conclude Laura – ma anche se all’inizio l’offerta proporrà necessariamente film usciti mesi fa, ci vuole la collaborazione di tutti per far ripartire il settore. In sala bisogna tornare, perché dentro c’è qualcuno che ci aspetta». E che da quei manifesti esposti, da quelle foto, ci sta guardando.

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