Cultura

Bari, il Teatro Kursaal Santalucia riapre per le Giornate Fai

Redazione online (foto Luca Turi)

Il pubblico può visitare la sala in via di restauro

In occasione delle Giornate FAI d'Autunno, e grazie all'impegno dei volontari del Fondo Ambiente Italiano - commenta il sindaco di Bari Antonio Decaro - sabato e domenica la nostra città apre le porte del Kursaal Santalucia a quanti vorranno scoprire gli spazi e le decorazioni di questo autentico gioiello del liberty che, al termine del cantiere in atto, si aggiungerà al novero dei contenitori culturali riqualificati e restituiti alla fruizione dei cittadini. Il prossimo weekend sarà dedicato, invece, alle edicole votive di Bari vecchia, che costituiscono una sorta di museo a cielo aperto e testimoniano la secolare devozione popolare della nostra gente. Nonostante le difficoltà di questo tempo, e con tutte le precauzioni del caso, lavorare per promuovere la conoscenza dello straordinario patrimonio culturale custodito nelle nostre città resta un obiettivo imprescindibile per la crescita e la coesione delle nostre comunità. Per questo ringrazio la delegazione barese del FAI, consapevole del valore di un impegno che ha attraversato quarantacinque anni della nostra storia per diffondere consapevolezza e, con essa, un nuovo senso di cura delle bellezze - artistiche e paesaggistiche - di cui il nostro Paese è straordinariamente ricco.

Il Kursaal Santalucia fu progettato nel 1925 dall'ingegner Orazio Santalucia, su commissione della sua famiglia, inizialmente come edificio residenziale privato; lo stesso ingegner Santalucia nel 1927 elaborò una variante al progetto che prevedeva la destinazione di parte dello stabile a sala teatrale, poi inaugurata il 5 novembre 1927. Il Kursaal è immediatamente riconoscibile per le sue decorazioni tardo Liberty; dalle grandi finestre del primo piano, decorate con altorilievi di figure allegoriche teatrali, si possono ammirare i soffitti della Sala Giuseppina, destinata ai ricevimenti e con una balconata per l’Orchestra, impreziosita dai fratelli torinesi Mario e Guido Prayer, noti artisti dell'epoca, con altorilievi e affreschi derivati da un repertorio figurativo in parte allegorico, in parte floreale, secondo il gusto dominante di quegli anni. Risale al 1989 l’inizio del restauro firmato dall’architetto romano Paolo Portoghesi.

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