Treni

Gioia-Rocchetta, un comitato di escursionisti «adotta» la ferrovia dimenticata

Bianca Chiriatti (foto Alessandro Capurso)

Si chiama 'I Treni di Tozeur' in onore di Franco Battiato e vuole recuperare la tratta

Tutto è cominciato da un gruppo di quattro amici appassionati di escursioni, che si sono imbattuti nella stazione ferroviaria abbandonata di Bellarosa, frazione tra Gioia del Colle e Santeramo. Da lì hanno scoperto che si trattava solo di una delle fermate della linea Rocchetta Sant’Antonio-Gioia, lunga 140 km, che abbraccia 15 comuni tra Murgia, Subappennino dauno e Vulture, e che è stata sospesa - pur essendo armata e efficiente - tra il 2005 e il 2016.

Mossi da passione, competenze professionali e impegno civico, i quattro (Vanni La Guardia, Rosario Milano, Alessandro De Rosa e Mimmo Covella) hanno deciso di costituirsi in un comitato a Gioia, chiamato «I Treni di Tozeur», «rubando» le parole al maestro Franco Battiato scomparso poche settimane fa, e di intraprendere un «viaggio» verso la riattivazione della tratta. «È inappropriato parlare di riapertura perché non c'è mai stato un decreto di chiusura - spiega Vanni La Guardia -, la linea è funzionante, anche se a gennaio 2021 c'è stato un furto di binari vicino Spinazzola. Un evento che avrebbe potuto scoraggiarci, ma che ha invece acceso i riflettori sul tema, spingendoci a dialogare con le istituzioni».

Gestita da Rete Ferroviaria Italiana, la tratta - secondo il comitato - andrebbe riattivata perché il futuro di un territorio dipende dal sapiente utilizzo delle bellezze di cui dispone. «Un primo approccio potrebbe essere quello enogastronomico - continua La Guardia -. Fra i comuni attraversati dalla ferrovia c’è Gioia con vino primitivo e mozzarella dop, Santeramo con i fornelli dove si gusta la carne arrosto, Altamura e il pane, Gravina e il formaggio Pallone, Spinazzola e il fungo cardoncello, solo per citare alcuni esempi. Un vero e proprio viaggio fra i sapori. Un secondo approccio è di tipo paesaggistico-naturalistico. La linea - continua l’esponente del comitato - attraversa il Parco nazionale dell'Alta Murgia, ma lambisce anche quello del Vulture in Basilicata, parchi con innumerevoli bellezze che hanno attività per i turisti già pronte, dal walking al trekking. Ancora, un terzo approccio è di tipo storico, dall’Abbazia incompiuta di Venosa alla cripta di Santa Margherita di Melfi, che non ha nulla da invidiare a quelle della Cappadocia. Infine un approccio a livello di eventi, sagre e fiere, feste culturali e religiose che in qualsiasi periodo dell’anno animano i 15 comuni, e che potrebbero coinvolgere tante altre associazioni del territorio».
Un progetto che porterebbe vantaggio a tutta la filiera e creerebbe sinergie sulla falsariga di quelle che esistono già altrove, come la Transiberiana d’Italia, che attraversa Abruzzo e Molise e offre pacchetti completi di viaggio, vitto e alloggio, o la Porrettana Express, sull’Appennino tosco-emiliano, che porta spettacoli di animazione e letture sul treno, coinvolgendo le associazioni locali.

«Siamo già in contatto con alcune realtà, tra cui Sine Metu di Venosa, la salentina Rotaie di Puglia e Amodo-Alleanza mobilità dolce - conclude La Guardia -. Dialogando insieme si sta muovendo qualcosa, l’onorevole Nunzio Angiola si è speso molto, è merito suo se abbiamo uno studio di fattibilità di Rfi per capire quanto costa l’operazione. Sempre lui ha interloquito con il ministro Franceschini che ha stanziato 435 milioni per ferrovie storiche e cammini. E nei prossimi giorni avremo un incontro proprio con Angiola, la Regione Puglia e la fondazione Fs Italiane, sperando in un confronto positivo». Con l'augurio che il «viaggio» continui.

(foto Alessandro Capurso)

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