Il caso
Bari Vecchia, dopo i sequestri le «signore» tornano a vendere le loro orecchiette: «I turisti sono felici» VIDEO
Ieri in strada Arco Basso la rissa in seguito ai sequestri della polizia, che aveva portato via taralli, dolci e salati, pasta industriale e pomodori secchi per un totale di poco più di 150 chili di merce, venduti senza autorizzazione
Dopo i sequestri della polizia locale di Bari, che in strada Arco Basso ha portato via taralli, dolci e salati, pasta industriale e pomodori secchi per un totale di poco più di 150 chili di merce, perché venduti senza autorizzazione, e dopo le multe per 5mila euro a chi smerciava i prodotti in modo abusivo (tre persone), questa mattina le «pastaie» di Bari Vecchia sono tornate a vendere le loro buste di orecchiette confezionate, con grande gioia dei turisti. Dopo il gran parapiglia che si è scatenato ieri quando le ormai note 'signore delle orecchiette' hanno incrociato telai e mattarelli e scioperato, impedendo per quasi tre ore l’accesso nel vicolo diventato vetrina della tipica pasta pugliese e coinvolgendo giornalisti aggrediti e visitatori interdetti, oggi le orecchiette sono di nuovo in vendita.
«Se non parliamo con Leccese (il sindaco Vito Leccese, ndr), qui resta tutto fermo», l’urlo di un’agguerrita pastaia. E quando la sua convocazione è arrivata per la mattinata di ieri a Palazzo di città, l'incontro è stato utile a ribadire «ciò che loro sanno bene», ovvero che «l'aspetto legato alla tradizione delle orecchiette fresche vogliamo tutelarlo ma quello che non possono fare, a meno che non abbiano un’autorizzazione, è vendere o esporre le orecchiette industriali». Questo il chiarimento di Pietro Petruzzelli, assessore comunale allo Sviluppo locale, secondo il quale «il problema dell’occupazione del suolo pubblico allo stato attuale esiste ma c'è anche chi ha fatto richiesta e non gli è stata ancora concessa e ora capiremo come poter dare una mano nel rispetto delle regole».
I sequestri arrivano dopo i controlli, «gli stessi che facciamo nei mercati cittadini o nelle attività di ristorazione per la tracciabilità del prodotto. L’abbiamo fatto anche sulle pastaie che per noi sono un’immagine importante della città», ha puntualizzato Carla Palone, assessora alla Vivibilità urbana con deleghe Polizia Locale di Bari. Per il momento sembra che le pastaie siano pronte a riprendere a impastare. «A sciut bun», ovvero «È andata bene», il commento di una di loro dopo la riunione in Comune. Era andata un pochino peggio nello scorso febbraio quando, dopo le denunce di food blogger e giornalisti sulla artigianalità delle orecchiette, a voler fare chiarezza era stata la Procura di Bari che indaga per truffa con la guerra delle orecchiette che rischia di passare dai telai ai banchi di un tribunale.