80 mezzi in città

Trattori arrivati da Barletta a Bari, la protesta: «Dal governo solo misure tampone»

Redazione online (foto e video Donato Fasano)

Saranno di nuovo nel capoluogo il prossimo 27 febbraio davanti alla sede del Consiglio regionale, per una manifestazione allargata a tutta la Puglia

BARI - È arrivato a Bari il corteo di circa 80 trattori partito questa mattina da Barletta per protestare contro la politica nazionale ed europea che, dicono, «vuole ammazzare l’agricoltura, specie quella pugliese». I trattori sostano davanti al comando della guardia di finanza, sul lungomare a nord della città, con loro ci sono anche due camion e, sostengono gli organizzatori del movimento Liberi agricoltori barlettani, anche circa mille persone.

Una delegazione è arrivata davanti alla sede della giunta regionale pugliese, per chiedere un incontro al governatore Michele Emiliano. Qui, intorno a mezzogiorno, è previsto l'arrivo di cinque trattori. «Protestiamo - afferma Riccardo Roggio, di Barletta - perché stanno uccidendo il nostro comparto. Fra un paio di anni l’Unione europea ci obbligherà anche a mettere sul vino etichette che avvertono che il prodotto fa mala e alla salute. Ci chiediamo perché non siano messe anche su birra o altri alcolici».

«Poi - aggiunge - c'è anche la Pac, sulla quale non si capisce nulla. Ci dicono che con i pesticidi inquiniamo l'ambiente, ma altre forme di inquinamento non sono prese in considerazione». Gli agricoltori saranno di nuovo a Bari il prossimo 27 febbraio, questa volta davanti alla sede del Consiglio regionale, per una manifestazione allargata a tutta la Puglia. «In quella data - conclude Roggio - è in programma il Consiglio regionale con i capigruppo. L’assessore regionale all’agricoltura, Donato Pentassuglia, ci ha garantito un incontro».

DA GOVERNO SOLO MISURE TAMPONE

«Le misure del governo al momento sono solo tampone, per calmare gli animi delle folle». Lo ha detto il coordinatore del movimento Liberi agricoltori barlettani, Ruggero Tanzi, a margine della protesta della categoria in corso a Bari. Oggi la manifestazione coinvolge agricoltori di Barletta, Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia.

Tanzi spiega che «sull'Irpef hanno fatto una mezza pagliacciata, così come sulla percentuale di terreno da mantenere incolto». «Quanto agli altri punti - dice - sono ancora fermi parcheggiati con le quattro frecce: le accise sul gasolio, la nuova Pac comunitaria che scende sul fronte degli aiuti, il discorso contributivo e quello pensionistico».

L’agricoltore barlettano Michele Di Giovanni aggiunge che «il problema grosso è che siamo in Europa, ma il quaderno disciplinare dei principi attivi per l’uso dei fitofarmaci non è uguale per tutti. L’Italia ha il quaderno disciplinare più rigoroso dell’Unione europea, e così i nostri confinanti usano principi attivi che in Italia sono banditi da decenni».
«Ci troviamo - spiega Di Giovanni - di fronte a una concorrenza sleale perché quei paesi hanno un basso costo di gestione e sono più competitivi di noi». Per Di Giovanni "sarebbe opportuno fare un pò di formazione ai consumatori, perché spesso non si rendono conto che acquistano prodotti esteri e non locali per risparmiare pochi centesimi».

«Abbiamo inviato una pec più di dieci giorni fa, ma non abbiamo avuto risposta. Il corteo dei trattori è arrivato a Bari, ci hanno permesso il presidio davanti al porto, siamo arrivati davanti alla Regione a piedi ma non abbiamo risposte e non sappiamo chi ci deve ricevere». Lo ha detto Vito Musciolà, titolare di un’azienda agricola di Trinitapoli, a margine della protesta dei trattori in corso a Bari. Gli agricoltori hanno chiesto un incontro al governatore, Michele Emiliano, senza però avere conferma. Era anche previsto l'arrivo di una delegazione di cinque trattori davanti alla sede della giunta regionale, che al momento però non avrebbero ricevuto l’autorizzazione. L’imprenditore ha evidenziato che "non vogliamo essere rappresentati dalle organizzazioni di categoria perché abbiamo capito che chi ottiene una poltrona si siede e non si alza più. Quindi siamo venuti qui per rappresentare la categoria di Barletta, Trinitapoli e San Ferdinando».

«Siamo più di 500 - ha aggiunto - ma il risultato è negativo perché non ci fanno salire per esprimere i problemi». Criticità che, come ha evidenziato, sono tante: «Non vogliamo la farina di grillo - ha confermato - non vogliamo la carne sintetica, vogliamo sponsorizzare il made in Italy nel migliore dei modi perché è conosciuto in tutto il mondo». «Inoltre - ha concluso - il disciplinare che usano negli altri Paesi è diverso da quello italiano. Il nostro è stato fatto ad hoc per evitare tumori e altre malattie, le sostanze usate altrove invece sono cancerogene e per questo da noi sono bandite. Noi non siamo contrari alle importazioni, ma vogliamo che chi viene debba rispettare le nostre stesse regole». Il presidio dovrebbe continuare fino al pomeriggio.

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