L'anniversario
Bari ricorda Borsellino e la strage di via D'Amelio, Emiliano: «Puglia impegnata nella lotta alla mafia». Confermato ergastolo per Matteo Messina Denaro
Alle 16.59 il sindaco Decaro depone una corona di fiori sulla facciata esterna di Palazzo di Città alla presenza delle autorità civili e militari
BARI - «Spesso accadono nel mondo delle cose che cambiano la storia e quelle stragi, quelle due stragi hanno cambiato la storia del nostro Paese. È come se si fosse delineata una nuova linea di demarcazione: c'è un primo e un dopo quelle stragi. Dopo quelle stragi, questo Paese ha deciso di non girare più la testa dall’altro lato e di non abbassare la testa davanti alla criminalità organizzata. Partì una riscossa dal basso da parte sicuramente delle Istituzioni ma prima di tutto da parte dei cittadini». Lo ha detto a Barletta, il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro ricordando il 31esimo anniversario della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
«È una giornata intensa perché tutti noi, nelle nostre città ricordiamo il sacrificio di persone che hanno perso la vita per farci vivere in un Paese più libero, democratico», ha aggiunto Decaro parlando con i giornalisti a margine del sopralluogo al cantiere della scuola Morelli di Barletta.
«Abbiamo imparato in questi anni che per la lotta alla mafia non servono proclami o moralismi. Bensì ogni giorno, con coraggio, serve condurre la battaglia per affermare i diritti dei più deboli e affermare la legalità con fatti concreti, che anche la politica deve compiere». Lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
«La Regione Puglia - aggiunge - è impegnata ogni giorno con atti concreti nella costruzione di un tessuto civile, sociale ed economico fondato sulla legalità, sulla giustizia, sull'impegno, sulla solidarietà e sulla responsabilità. Lo fa attraverso la Fondazione Stefano Fumarulo e attraverso i tanti progetti di antimafia sociale messi in campo in tutti questi anni. Nel giorno dell’anniversario della morte di Paolo Borsellino e dei suoi agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, sentiamo ancor di più il dovere di continuare a praticare la memoria come impegno civico, come forza rigeneratrice, come dovere per costruire nei fatti il cambiamento che desideriamo».
«Sono trascorsi 31 anni dalla strage mafiosa di via D’Amelio, in cui furono uccisi dalla mafia Paolo Borsellino e la sua scorta, Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. Tutti servitori dello Stato il cui sorriso, espressione della straordinaria forza con la quale vivevano il loro intenso quotidiano, è tuttora una preziosa testimonianza per coloro che lottano, senza sosta, impegnandosi fino in fondo nel perseguire la legalità e la giustizia sempre, senza se e senza ma. Un sorriso che, come ho affermato in più circostanze in qualità di Presidente della Commissione di studio e di indagine contro la criminalità organizzata in Puglia, non significa assenza di paura, insita in ciascuno, ma rappresenta piuttosto il simbolo di una sfida più grande». Lo dichiara il presidente della Commissione regionale di studio e d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia, Renato Perrini, per l'anniversario della strage di via d’Amelio. «Ai più giovani - aggiunge - desidero che arrivi un chiaro messaggio, ovvero evitare di commettere l’errore di considerare la mafia come qualcosa che non ci riguarda, come un fenomeno confinato solo a una parte del Paese. Per continuare la battaglia di chi ci ha preceduti, dobbiamo infatti ricordare come la mafia sia innanzitutto un atteggiamento culturale, che si declina in tutti i comportamenti omertosi, di silenzio di fronte ai soprusi, di rassegnazione di fronte a chi, ancora oggi, utilizza il lavoro come merce di scambio».
Anche una delegazione del coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia, alla presenza del coordinatore provinciale Michele Picaro, ha ricordato oggi l’eccidio di via D’Amelio davanti al cartellone che ritrae Falcone e Borsellino «La lotta alla mafia -dice Sergio Fanelli del coordinamento cittadino - va condotta tutti i giorni in tutto quello che facciamo. Questo è il messaggio da tenere presente e da trasmettere alle nuove generazioni». «La nostra città e i nostri cittadini - ha aggiunto Michele Picaro - non devono dimenticare una lotta che è ancora in essere e che dobbiamo combattere fino all’ultimo contro le mafie e contro l’ illegalità».