Influenza, ancora in tempo per vaccinarsi: utile e non a rischio

Nicola Simonetti

Un manifesto (quello bugiardo affisso a Bari) non fa primavera. L’influenza, purtroppo è una realtà e – menomale – la vaccinazione ha dimostrato, sul campo e nei fatti, la propria validità. Le va riconfermata fiducia e, per questo, è più che giustificato l’invito a vaccinarsi. Pur se il virus impazza, è consigliabile eseguirla, anche se tardivamente, ora e presto.

Un nutrito numero di virus attenta alla nostra salute e provoca l’influenza che punta sulle vie respiratorie, dà ipertermia, brividi, dolori muscolari ed articolari, raffreddore, mal di gola, tosse.

I primi sintomi inducano a rimanere a casa, al caldo onde evitare complicazioni (più facili negli over 65 anni e in chi soffre di malattia cronica o immunodeficienza).

La trasmissione dei virus avviene per via aerea (da 3 a 7 giorni dall’inizio della malattia): tosse, starnuto lanciano nell’aria (velocità oltre 40 km/ora) goccioline di saliva e secrezioni respiratorie le cui goccioline, che ospitano i virus, si disperdono nell’aria o si posano su oggetti. Raccomandato di lavarsi spesso le mani.

Si consiglia di evitare contatti a rischio, luoghi affollati, applicare la norma di galateo, coprire, cioè, bocca e naso nel tossire e starnutire, aerare le stanze.

Coprirsi a strati in modo da adattare gli indumenti al luogo che si frequenta. Alimentazione sufficiente e ricca di verdure e frutta.

La terapia è a base di sintomatici (contro la febbre dai 38 gradi in su, ecc) di cui non è bene abusare. Gli antibiotici non hanno azione alcuna contro i virus.

Spetterà al medico, nell’eventualità di complicanza batterica, prescriverli.

Ai Pronto soccorso si vada solo se la sintomatologia è da allarme e le condizioni generali della persona compromesse. La fiducia nel prezioso medico di medicina generale va confermata. Ci si affidi e gli si chieda, in ogni caso, consiglio.

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