Epatite C Zero: 300.000 italiani presto fuori dal tunnel
Oggi, sono disponibili terapie adatte a ciascun paziente.
L’epatite C, infezione causata dal virus HCV, che in 60-70% dei casi cronicizza fino a provocare cirrosi, una delle cause più comuni di cancro (epatocarcinoma) e di trapianto di fegato. Più di 300.000 italiani: sono la parte visibile dell’iceberg nei quali è stata diagnosticata la malattia con un sommerso di (forse altrettanti) malati e portatori del virus, a rischio di deflagrazione a breve-lungo termine.
L’introduzione in terapia degli antivirali ad azione diretta sul virus, capaci di distruggerlo definitivamente, ha mutato lo scenario generando guarigioni risolutive.
“La priorità, adesso, è che ogni paziente possa essere indirizzato verso il percorso terapeutico più adatto poiché, nell’epatite C, c’è una varietà di situazioni cliniche (co-infezione da HIV, insufficienza renale, comorbidità cardiovascolari e metaboliche, ecc) che – dice la dr L. Kondili (ISS) richiedono attenzione particolare nella scelta della terapia. Ed abbiamo le cure per quasi tutti senza limitazioni”.
“La disponibilità di cura efficace e lievi effetti collaterali rende trattabili anche chi prima non lo era. Ogni paziente – dice la prof. B. Coco (univ. Pisa) - può contare su farmaci idonei a rispondere alle proprie specifiche necessità”.
La via che sbocca nella scomparsa di questa malattia è imboccata ma serve, tra l’altro, consapevolezza dei rischi legati all’HCV, prevenzione consapevole, tempestivo intervento in caso di infezione.
Per raggiungere questi obiettivi, è stata lanciata una campagna educazionale promossa da MSD Italia in collaborazione con EpaConlus e supervisione scientifica di FIRE.
Un viaggio coast-to- coast a bordo di un van che attraversa l’Italia, dall’Adriatico al Tirreno, per raccontare l’epatite C dal punto di vista dei pazienti, coinvolgendo lo spettatore in una riflessione sulla complessità della malattia, sull’unicità di ogni paziente, sul valore del rapporto con il proprio medico e sulla fondamentale importanza della consapevolezza dei fattori di rischio, per una corretta prevenzione e per favorire un tempestivo intervento in caso di infezione.
I 5 episodi saranno pubblicati dal 28 novembre, con scadenza settimanale, su www.epatiteczero.it “Noi di MSD – dice Nicoletta Luppi, presidente e ad - vogliamo fare parte della soluzione in quanto co-responsabili del raggiungimento degli obiettivi di Sanità Pubblica, il primo dei quali, nell’area dell’epatite C, è la guarigione di tutti i pazienti che abbiano contratto.
Vogliamo anche ricercare opportunità di cura innovative e sostenibili ed incentivare il consolidamento di una “cultura sanitaria” diffusa nel Paese”.
Purtroppo, tra i già trattati e guariti, si lamentano alcune recidive. Colpa della disattenzione. L’epatite C si contagia attraverso il sangue e suoi derivati. Poche volte via sesso.
Ma bisogna fare attenzione.