Fritto Misto
Una vita di asterischi: dalla froc*****ne di Papa Francesco fino alla str***a della Meloni
Senza tralasciare i nani di me**a di Flavio Insinna
Cosa si può dire e cosa non si può dire? Quante volte una nonna o una mamma ci hanno ammoniti con un “non si dice!”. Eppure, di nascosto, quando perdevi alla Playstation con una sorellina o un fratellino, o con gli amici per strada per una pallonata in faccia, quelle parole le usavamo comunque. Senza finire sui giornali o passare per persone spregevoli, perché senza smartphone e social era la tua parola contro il tuo accusatore. Andiamo per ordine.
Flavio Insinna tre anni fa appellò “nana di m***da” una concorrente del suo programma. Non in pubblico, non in tv, ma in una stanza privata con pochi collaboratori e persone che lavoravano con lui giornalmente. Fu rubato e divulgato un fuorionda, Insinna perse la conduzione del quiz su RaiUno e ricollocato come Checco Zalone in Antartide, fino a quando le acque non si chetarono. Verrebbe da pensare che sia stato fatto di proposito. Il folkloristico presidente della regione Campania Vincenzo De Luca in un audio rubato durante una chiacchierata, parlando di politica con altre persone si lascia andare ad un “lavora tu, str***a” dedicato alla premier. Verrebbe da pensare che sia stato ripreso di proposito. In settimana Papa Bergoglio durante una assemblea della Cei a porte chiuse sembrerebbe abbia detto “c’è già troppa frociaggine” sui seminasti gay. Verrebbe da pensare che sia stato bisbigliato di proposito. Chiudiamo questa kermesse del bon ton con la premier Giorgia Meloni che pochi giorni fa a Caivano per un’inaugurazione in un evento pubblico saluta De Luca con un “sono quella str***a della Meloni”.
Anche qui verrebbe da pensare che sia stato fatto di proposito. Se penso alla reazione che avrebbe potuto avere mia nonna durante il tg dinanzi all’uso di determinate parole da parte di un conduttore televisivo, un governatore di regione, la premier di uno stato sino ad arrivare al Papa in persona! Quasi ringrazio non possa ascoltare quello che odono le mie orecchie: di sicuro al Papa non avrebbe retto. Contesti differenti e situazioni differenti: Insinna ha perso il suo posto di lavoro per un audio trafugato da una stanza privata, per la frase del Papa serve il condizionale perché non ci sono audio o video del fattaccio; De Luca era sul divano con un gruppetto di persone in un momento di relax; la Meloni salutava il governatore sapendo di essere attorniata dalla stampa. Tutte situazioni che hanno fatto il giro del mondo in poche ore.
Ma quindi cosa si può dire e cosa non si può dire? O meglio, quando si può dire e quando non si può dire? Inorridiamo dinanzi a parole dette dai potenti, giudicando eventi che potrebbero succedere a noi ogni giorno. Alzi la mano chi ha i vocali di Whatsapp da poter far ascoltare a mogli, fidanzate, al parroco, ai figli e ai propri genitori. Pur reputandomi una persona moderata, se prendeste la mia chat del fantacalcio sarei un mix fra Hitler, Freddy Kruger, Attila con le idee calcistiche di Antonio Cassano.
Sentitevi liberi di esprimervi senza freni, dunque, ma solo in privato e lontano dagli smartphone, perché almeno una volta siamo stati tutti il Papa, Insinna, De Luca e la Meloni. Spezziamo una lancia in particolare a favore di Papa Bergoglio: è argentino e non madrelingua; i miei amici spagnoli per una estate intera mi hanno fatto credere che “maricon” significasse “simpatico”, ma non ditelo alla Cei.