Fritto Misto
35 mila euro per dire "si" finchè la busta non vi separi
"Nessuno osi dividere cio' che la busta ha unito" sembra essere il motto adeguato per i matrimoni pugliesi. 35 mila euro è la spesa media di un terzo dei pugliesi per un matrimonio, percentuale più alta in Italia
35 mila euro è la spesa media di un terzo dei pugliesi per un matrimonio, percentuale più alta in Italia. D’altronde è noto in tutto il Bel Paese quanto i matrimoni pugliesi si avvicinino al carnevale di Rio de Janeiro piuttosto che a un rito religioso o civile. I dati emergono da una ricerca di «Pronto Pro», marketplace per servizi professionali che mette in contatto domanda e offerta, aiutando gli utenti a trovare ciò che stanno cercando. In Italia il matrimonio essenziale, la cui spesa è compresa fra i 10 e i 13mila euro, è scelto da due coppie su dieci: in Puglia con quella cifra paghi l’acconto per il flower designer. E attenzione a non chiamarlo fioraio, potrebbe offendersi.
In questa ipotesi di matrimonio l’Italia vede una partecipazione di una media di 30-50 invitati. Ora provate solo ad immaginare a quanti matrimoni pugliesi avete partecipato nei quali c’erano cinquanta invitati: zero. La tradizione e gli stereotipi che disegnano i modi di fare, il folklore e le usanze del sud rispecchiano quella che è la realtà di oggi e di sempre. E non è di certo legato alla spiritualità: nonostante il numero di riti religiosi sia in calo, il 58% dei totali, nessuno rinuncia alla festa per il proprio matrimonio. ll rito della busta, quel tradizionale momento in cui si consegna una piccola busta da lettera comprata all’ultimo momento in un tabaccaio improbabile con all’interno i soldi rigorosamente provenienti da incassi a nero, non è mutato anch’esso nel tempo. Sarà sempre quello, ma il contenuto dipenderà dall’invitato: se si tratta di pubblica amministrazione, farmacisti, dipendenti della grande distribuzione, imprenditori edili che hanno cavalcato l’onda del bonus 110, state tranquilli; le buste sono garantite, come un buono del tesoro a trent’anni. Evitate di invitare partite iva, attori, musicisti e persone in scadenza di reddito di cittadinanza, ca va sans dire.
Perché in Puglia raggiungiamo vette inimmaginabili di invitati? Matrimoni da duecento, trecento, quattrocento invitati che neanche un hangar di un aeroporto riuscirebbe a contenere? Per colpa della busta, dal contenuto anch’esso tra i maggiori in Italia. “Invito chiunque, al massimo mi ripago il banchetto e le bomboniere con quei soldi” è il pensiero degli sposi, delle suocere, il ricatto del nuovo millennio. E via così ad invitare quell’amico con cui abbiamo fatto una vacanza in gruppo nel 2009, la zia separata della madrina di mia cugina perché benestante, un amico del calcetto del quale non ricordo il cognome. Il primo, il pioniere, il salvatore che metterà finalmente soli cento euro in una busta, spaventando futuri sposi e innescando un passaparola globale, scardinerà questa usanza millenaria. Nel frattempo, teniamoci la nostra collezione di inviti ai matrimoni, quelli che ancora una volta non ci permetteranno di andare in vacanza.