Ambiente
Finalmente libere 12 tartarughe salvate dagli operatori del Centro di Calimera
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Il video della liberazione in mare
Lecce - Dodici 12 piccole tartarughe hanno riconquistato finalmente la libertà, dopo 4 mesi al Centro di recupero tartarughe marine di Calimera e tanti chili di gamberi consumati. La loro cura ha impegnato gli operatori giornalmente, ma ha permesso di ottenere un importante risultato, infatti delle 14 tartarughe recuperate spiaggiate tra gennaio e febbraio, a causa delle condizioni meteomarine avverse, 12 sono già tornate a popolare i nostri mari, mentre altre due sono ancora ricoverate presso il Centro in attesa di guadagnare presto la libertà.
Le piccole sono state accompagnate a 7 miglia dal porto di San Foca grazie all'importante supporto di Andrea Iacovizzi, da sempre al fianco degli operatori del Centro e sensibile nei confronti di ciò che riguarda la salute del nostro mare. Alla manifestazione hanno partecipato anche il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, l'europarlamentare Andrea Caroppo e l’assessore regionale Antonella Bray.
Piero Carlino, direttore del Centro recupero: «Siamo stati lieti di ridare una nuova vita ad animali che sarebbero stati destinati a morte certa. Le tartarughe marine a qualsiasi stadio vitale sono una componente fondamentale dell’ecosistema marino.
Ci auguriamo che le piccole tartarughe possano riprendere la loro vita, e che in futuro non incorrano nei molti pericoli che minacciano questi splendidi animali».
Vigilare e tutelare la specie è la mission del Centro. I «Sea turtle watcher» stanno cercando di monitorare tutta la costa, dallo Ionio all'Adriatico, per trovare tracce del passaggio delle tartarughe - questo è il periodo delle deposizioni - e vigilare sui nidi e i futuri nascituri. Ma c'è bisogno di aiuto.
Per questo il Centro di recupero rilancia un appello a chi, turista, residente o semplice amante della natura, voglia mettere a disposizione delle Caretta caretta un po' del suo tempo. Le spiagge ancora non presidiate sono quelle del versante Adriatico, dagli Alimini a Torre Chianca. L'anno scorso sono stati individuati nidi a San Foca, Torre dell'Orso, Torre Chianca e Alimini. Ma il sospetto è che ce ne fossero molti che sono rimasti sconosciuti alle statistiche ufficiali. Individuarli, monitorarli e aspettare la schiusa, oltre a rappresentare un'incredibile emozione per i volontari, significa dare una chance in più alla specie.