Tragedia
Foggia, pregiudicato 50enne ucciso con 7 colpi all'addome mentre festeggiava il compleanno
This browser does not support the video element.
Agostino Corvino è arrivato già morto in ospedale. La sparatoria in viale Giotto
FOGGIA - È stato ucciso con sette colpi di mitraglietta calibro nove corto, che lo hanno ferito mortalmente all’addome, Agostino Corvino, il 50enne di Foggia assassinato ieri sera davanti al chiosco di bibite in viale Giotto. E’ quanto emerge dalle prime fasi d’indagine della Polizia. Nel corso della notte gli agenti della squadra mobile hanno compiuto otto perquisizioni e cinque prove stub a persone legate alla criminalità organizzata locale. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo era in compagnia della moglie in viale Giotto, quando è stato avvicinato da un solo killer, con il volto coperto da un casco integrale, che ha esploso numerosi colpi di mitraglietta: Corvino è morto poco dopo l’agguato in ospedale. I poliziotti stanno accertando se l’omicida possa aver raggiunto la zona a piedi o in sella ad una moto. Sull'asfalto gli agenti hanno recuperato 14 bossoli. Corvino, pregiudicato e venditore ambulante di frutta e verdura, era nipote del boss della mafia foggiana Raffaele Tolonese e cognato di Roberto Russo a sua volta ucciso in un agguato a Foggia nel marzo scorso. Il 50enne ucciso ieri sera era ritenuto elemento di spicco della 'Società Foggiana', batteria Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese e venne arrestato a luglio 2013 nell’ambito dell’operazione 'Coronà, per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, ricettazioni, spaccio di stupefacenti e sequestro di persona.
Assessore regionale Barone: «Serve svolta culturale»
«Il tredicesimo omicidio nel foggiano dall’inizio dell’anno è l’ennesimo segnale di una emergenza a cui le istituzioni devono dare una risposta adeguata». Lo dichiara la consigliera del M5S e assessora al Welfare Rosa Barone. «È necessario - continua Barone - aumentare la presenza delle forze dell’ordine, ma non basta. Lo Stato deve far sentire la sua presenza con investimenti in infrastrutture e servizi e nella creazione di nuove opportunità per questo territorio». «Serve una svolta culturale, politica e soprattutto economica, perché le politiche repressive non bastano da sole. Servono e urgono - aggiunge - politiche per sottrarre la manovalanza alla criminalità organizzata. Serve una nuova narrazione. Serve intervenire con urgenza per l’inclusione sociale. Bisogna ripartire da un progetto per Foggia, per dare una nuova identità alla città». «Il prossimo consiglio regionale monotematico sulla Capitanata deve essere un momento di confronto per arrivare a soluzioni concrete per i tanti problemi del nostro territorio. Dobbiamo collaborare a tutti i livelli e intervenire - conclude Rosa Barone - il prima possibile: la comunità non può più aspettare».