il caso
Foggia, truffa all'Inps: invalidità senza visite sono tre gli arresti
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Ai domiciliari medico legale, dipendente Caf e funzionario di Foggia
Foggia - In cambio di denaro e regali avrebbero certificato false invalidità, senza nemmeno una visita medica, per ottenere l’indennità dall’Inps: con queste accusa la guardia di finanza di Foggia e gli agenti della squadra mobile hanno arrestato e posto ai domiciliari il medico legale Giovanni Antonio Dell’Aquila di Lesina (Foggia) componente della commissione di riconoscimento delle invalidità nella sede dell’INPS, di 60 anni; un funzionario amministrativo della stessa sede, di 44 anni e un dipendente di un patronato Caf, di 40 anni.
Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, falso ideologico e materiale, truffa ai danni dell’INPS.
Le indagini partite nel 2019 a seguito dell’incendio di un’autovettura di una professionista che collaborava con l’Ente previdenziale, hanno consentito di accertare che il medico , insieme con il funzionario amministrativo e il dipendente del patronato Caf - questi ultimi due con il ruolo di intermediari - ha ricevuto denaro e altro da persone, indagate nell’ambito del blitz di oggi, (ma non arrestati), che così ottenevano senza visita medica il riconoscimento di invalidità totali per percepire la pensione Inps, oppure il passaggio di categoria da invalidità sottoposta a valutazione periodica ad invalidità permanente.
Diversi gli episodi di corruzione contestati. In particolare, si è accertato che una donna, grazie all’intercessione del dipendente del patronato, ha consegnato 1.000 euro al medico dell’INPS e un telefono di ultima generazione al funzionario amministrativo dell’ente, in cambio del riconoscimento dell’invalidità totale al proprio suocero, senza che su quest’ultimo venisse eseguita alcuna visita medica. In un altro caso, un avvocato ha promesso 3.000 euro anticipandone 1.700 al medico e ai due intermediari, affinché venisse riconosciuto a suo padre il passaggio dallo status di portatore di handicap sottoposto a revisione periodica, a quello permanente.
Dalle indagini è emerso inoltre che il medico per favorire un imprenditore del settore balneare di Manfredonia (Foggia) , ha attestato falsamente l’idoneità lavorativa di 7 dipendenti, redigendo falsi certificati predatati, in assenza di alcuna effettiva visita medica. Infine, il medico dell’INPS avrebbe attestato falsamente la propria presenza in ufficio, percependo compensi per attività lavorative che, invece, non aveva svolto.
La perquisizione - Nel corso di una perquisizione in casa del medico legale Giovanni Antonio Dell’Aquila, di 60 anni, di Lesina (Foggia) arrestato con altre due persone nell’ambito dell’inchiesta sulla truffa per false certificazioni di invalidità all’Inps di Foggia, sono stati trovati 17.000 euro nascosti in parte in lavatrice e in parte in uno zaino. E’ stato lo stesso professionista a consegnare il denaro alle forze dell’ordine.
Dell’Aquila, che è componente della commissione di riconoscimento delle invalidità dell’INPS, è ai domiciliari insieme con il dipendente Inps Antonio Fusilli, di 44, di Manfredonia e il dipendente del patronato Caf, Sandro Stanco di 40 di Foggia. Complessivamente sono sei le persone indagate. Per tre di loro sono scattati gli arresti su ordinanza del gip Domenico Zeno del Tribunale di Foggia, per gli altri non sono state ravvisate esigenze cautelari perchè, scrive il gip nell’ordinanza, «si tratta di personaggi che occasionalmente si sono rivolti agli arrestati per ottenere vantaggi che rientrano nella sfera personale o familiare». Tra questi ultimi c'è anche un imprenditore incensurato «appartenente alla famiglia Romito inserita in contesti di criminalità organizzata di Manfredonia (Foggia)», che è indagato per falso in concorso con Dell’Aquila che avrebbe attestato falsamente che i sette dipendenti di uno stabilimento balneare di Manfredonia erano stati sottoposti a visita medica. Il pm aveva chiesto il carcere per quattro indagati (tra cui i tre effettivamente arrestati) e i domiciliari per gli altri indiziati.
I RETROSCENA - Un altro episodio corruttivo riguarda il pagamento di un anticipo di 1700 euro (a fronte di 3mila euro promessi in partenza) che un'avvocatessa, anche lei indagata, ha versato ai tre arrestati affinché venisse riconosciuto per la mamma lo stato di portatrice di handicap perenne. Dell’Aquila, secondo l'accusa, avrebbe anche prodotto false attestazioni mediche per l'idoneità lavorativa per sette dipendenti di uno stabilimento balneare (in passato già posto sotto controllo giudiziario) affinché il titolare potesse consegnarle ai carabinieri dell’ ispettorato del lavoro e regolarizzare la propria posizione. Infine al medico viene anche contestato di avere certificato falsamente la propria presenza al lavoro, arrecando un danno patrimoniale all’Ente di mille euro.