il blitz
Rapine ai camionisti e sequestro di persona, sei arresti tra Bari e Bat. In manette marito di consigliera comunale di Molfetta
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Carrara, coniuge di Carmela Germano, sostenitrice della giunta Minervini, nel 2018 era già stato destinatario di un sequestro di prevenzione per oltre 1,8 milioni di euro
BARLETTA - Un blitz all'alba dei carabinieri del Comando Provinciale della BAT ha portato all'arresto di sei persone, cinque condotte in carcere e una ai domiciliari, ritenuti gravemente indiziati - a vario titolo – di rapina a mano armata e sequestro di persona commessa in danno di un autotrasportatore, riciclaggio e ricettazione di autovetture provento di furto nonché di favoreggiamento reale e personale.
Gli arrestati sono Michele Carrara, 48 anni, di Bitonto, Giuseppe Frappampina, 40 anni di Bari, Riccardo Guglielmi, 57 anni, Giuseppe D’Avanzo, 53 anni di Andria, Francesco Fortunato, 62 anni di Andria e Nicola Rella, 71 anni di Andria.
Carrara è il marito di Carmela Germano, consigliere comunale di Molfetta che sostiene la giunta Minervini. Germano è stata eletta nel 2022 nella civica Molfetta al Centro. Carrara, pregiudicato per truffa e falso, nel 2018 era stato destinatario di un sequestro di prevenzione per oltre 1,8 milioni di euro tra immobili, terreni, autovetture e denaro.
Le sei persone arrestate facevano parte, secondo l’accusa, di un gruppo organizzato al punto da riuscire a isolare l’obiettivo dei loro colpi e ad agire in tempi brevi. Come accaduto lo scorso 24 marzo quando nella loro rete è finito un autotrasportatore che viaggiava sulla provinciale 231 con un carico di salumi del valore complessivo di circa 200mila.
L'inchiesta è stata denominata Kairos, dal greco «il momento giusto». Lo stesso decretato dalle indagini che hanno dato un volto ai presunti autori della rapina avvenuta poco più di un mese fa. Il gruppo, secondo quanto emerso, avrebbe avuto due basi logistiche: una a Trani, un’altra ad Andria. Nella prima città è stato scovato un garage in cui erano stipate auto di grossa cilindrata usate, per gli inquirenti, per mettere a segno rapine ai danni di camionisti e dotate di arnesi da scasso, radio ricetrasmittenti e chiodi utili a coprire la fuga. Ad Andria invece, c'era un autoparco dove «avveniva il trasbordo dei carichi rubati», spiegano gli inquirenti che hanno ricostruito il modo di fare degli indagati. Lo scorso 24 marzo sarebbero entrati in azione di sera, e con due auto avrebbero bloccato la marcia del tir.
«Durante l’operazione hanno interdetto le comunicazioni con strumenti che di fatto impedivano all’austista di chiedere aiuto e che veniva costretto ad abbandonare il mezzo e a salire sull'auto dei rapinatori», riferiscono gli investigatori. Il gruppo, dopo essersi impossessato del camion, lo ha svuotato del carico per poi rilasciare, al termine delle operazioni, il camionista nelle campagne di Terlizzi. L’attività investigativa si è avvalsa delle immagini di numerose telecamere di videosorveglianza, di servizi di osservazione e pedinamento, di intercettazione telefoniche, ambientali e di localizzazione gps.