In città

Bari, Palazzo Mincuzzi apre le porte per la prima volta della residenza privata: ed è subito Belle Époque

Francesca Di Tommaso

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Oggi il centenario della progettazione dell'immobile: dopo 25 anni di chiusura un evento privato fa scoprire le meraviglie di «casa Mincuzzi» e del suo Salone delle Feste

BARI - I raggi di un sole imbarazzante nel mese di novembre illuminano d’oro la cupola e attraversano le vetrate policrome, rappresentazioni di figure sacre in quella che doveva essere la cappella privata dell’abitazione: siamo a casa Mincuzzi, gli ultimi due piani del Palazzo in stile Liberty, iconica immagine della città levantina.

L’11 novembre 1923 l’architetto Aldo Forcignanò progettò l’elegante Palazzo per il Cavalier Michele Mincuzzi, riservando gli ultimi due piani sotto la cupola ad uso privato; un luminoso salone delle feste con sala con tavolo biliardo annessa e un appartamento che si affaccia su via Putignani e via Sparano oltre ad una cappella privata.

Esattamente 100 anni dopo, il gruppo Anteprima della famiglia Salvaggiulo, Emanuele con le figlie Anna e Mavi, decide di aprire al pubblico la residenza privata della famiglia Mincuzzi. Il Gruppo fa parte della società che nel 2022 ha acquistato Palazzo Mincuzzi per 25 milioni di euro, ponendo le basi di un progetto di rivalutazione e rilancio del “palazzo simbolo” di Bari e della storica vivacità commerciale della città, nel segno di una nuova Belle Epoque della Puglia.

“Gli appartamenti del terzo e quarto piano furono concepiti fin dall’inizio come residenza privata, nella quale la famiglia Mincuzzi ha abitato nello scorso secolo – spiega Mavi Salvaggiulo - . Quando abbiamo acquistato l’immobile nel 2022, erano già disabitati da tempo”.

E se la “galleria commerciale” rimane affittata al Gruppo Benetton fino al 2028, il Salone delle Feste e l’appartamento brillano di nuova vita. “Nella riqualificazione abbiamo avuto un approccio estremamente conservativo e minimalista – continua Mavi -. Si è trattato di una “rinfrescata” e di pulizia profonda. Così nell’allestimento; piuttosto che intervenire con operazioni inevitabilmente forzate su un luogo che ha una propria storia, abbiamo preferito arricchire le sale con un percorso espositivo che, attraverso foto d’epoca, racconti la Bari del periodo 1900-1920, per scoprire e far scoprire quanto la Bari di oggi sia debitrice di quel periodo”.

Il frontale di alcune porte interne è decorato da vetrate con disegni di caccia. E lungo le pareti, foto ritraggono la “Bari che fu” e i suoi palazzi: una mostra curata da Giulia Martimucci, Visual Designer di origini pugliesi che lavora da anni a Milano.

E il futuro? “La progettualità sugli spazi è in corso di definizione con il nostro partner nell’acquisto – conclude Mavi Salvaggiulo -, obiettivo è rendere Palazzo Mincuzzi una location riferimento della Puglia, aperta a dialogare con il sentiment della città, come già accade nelle metropoli del mondo rispetto a progetti di rivalutazione di altri asset prestigiosi”. Di certo, l'intenzione è continuare ad utilizzare questi spazi, proprio sotto la cupola simbolo della Bari Liberty, per eventi e iniziative. Oggi tra gli ospiti, oltre al sindaco Decaro, erano presenti anche Anna Dello Russo e Viviana Volpicella.

L'EVENTO

Ricami, veli, pizzi. Ma anche linee e volumi arditi, stoffe impalpabili e forme geometriche nette e coraggiose: sono le modelle della sfilata-evento di abiti da sposa e abiti da cerimonia su misura del brand Rosanna Bassi Atelier, fluttuanti figure che si muovono tra le stanze per poi incedere sulla scala interna ai due piani.


I saloni del celebre palazzo sono diventati così passerella dedicata ad una donna contemporanea, esotica e trasgressiva ma estremamente attenta ai dettagli. “Rosanna Bassi atelier è una realtà 100% made in Puglia – ci tiene a sottolineare Mavi Salvaggiulo -. Lavora nella produzione del proprio brand, che presentiamo oggi, e segue anche importanti progetti di brand italiani e francesi, sia di ready to wear che di haute couture”. Le indossatrici sfilano (anche) sulle note di “Non, je ne regrette rien”: questo è Palazzo Mincuzzi che apre al futuro.

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