Nel Barese

Molfetta, truffa e illeciti sui materiali per i lavori di messa in sicurezza del porto: un arresto e due sospensioni

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Ai domiciliari il rappresentante legale della società fornitrice: venivano utilizzati anche rifiuti speciali

MOLFETTA - Questa mattina i militari della Guardia di Finanza di Molfetta (Ba), coadiuvati da personale del I Gruppo Bari e dal Reparto Operativo Aeronavale del capoluogo hanno dato esecuzione, nelle province di Bari e Barletta-Andria-Trani, a misure cautelari nei confronti del rappresentante legale della società fornitrice di materiale lapideo per i lavori di messa in sicurezza del nuovo porto commerciale di Molfetta, Giuseppe Dell'Erba. L'uomo è stato posto agli arresti domiciliari. Sospesi invece il direttore operativo dell’ufficio della direzione dei lavori, Giuseppe Loliva, e un dirigente dell’Ente locale responsabile del procedimento, Alessandro Binetti, che non potranno esercitare pubblici uffici e servizi insieme al divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale per il tempo massimo consentito dalla legge.

Disposto nei confronti di due società (fornitrice e subappaltatrice del materiale) e del rappresentante legale di una di esse il sequestro del profitto dei reati contestati, quantificato complessivamente in 250mila euro tra beni e disponibilità finanziarie, insieme al sequestro impeditivo delle aziende e delle quote societarie delle società il cui attivo patrimoniale complessivo è stato stimato in circa 10 milioni di euro.

I reati contestati sono frode nelle pubbliche forniture, truffa, gestione illecita di rifiuti. Numerosi gli elementi di prova (anche video) acquisiti che hanno finora consentito di ritenere le operazioni di carico dei materiali, sui camion e il loro conferimento all’interno del cantiere del nuovo porto, non conformi. Così come, ulteriore conferma è stata acquisita dalle conversazioni telefoniche intercettate: “… le intercettazioni telefoniche - si spiega nell'ordinanza cautelare e nel decreto di sequestro disposti dal gip - hanno, altresì, documentato il conferimento di 'terra', materiale non conforme al capitolato: in alcuni casi è stato mischiato materiale roccioso con “terra”, in altri, addirittura, è stata fornita solo 'terra'...”.

Il giudice aggiunge: "…sin dalle prime conversazioni intercettate, emerge che oltre al tout – venant, il materiale conforme al capitolato, viene trasportato qualcosa di diverso …” e in ultimo osserva che “…le forniture in eccesso di materiale non conforme, ormai note a tutti gli indagati, provocavano lamentele…” a tal punto, che gli indagati in riferimento all’eccesso di materiale roccioso evidenziavano il colore rosso dello specchio d’acqua limitrofo ai lavori.
Ulteriori frasi indiziarie sono state captate al momento dell’accesso al cantiere da parte dei finanzieri. In particolare, mentre era in corso l’acquisizione documentale della Guardia di Finanza, gli indagati si sarebbero adoperati, fattivamente, per cercare di nascondere le prove che potevano condurre alle loro responsabilità.

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