«brutta» storia a taranto
«Culla per la vita» in meno di un mese già subiti due furti
di MARISTELLA MASSARI
TARANTO - La scelta di andare avanti con sacrificio anche di fronte ad un muro di inciviltà. Due donne, all’inizio di gennaio, hanno aperto lo sportello che ospita la «Culla per la Vita» in via Dante e hanno rubato tutto. Si sono portate via il materassino, le lenzuola e il cuscino. Un danno di pochi euro, ma un gesto deprecabile e odioso che però non ha scoraggiato le volontarie di Simba, l’associazione che si è fatta promotrice dell’iniziativa con il sostegno dell’Utin della Asl di Taranto e la collaborazione di Teleperformance.
«A poco più di un anno di distanza - racconta Deborah Cinquepalmi, presidente di Simba - ciò che si temeva purtroppo si è verificato. Dei balordi, o forse è meglio usare il femminile poiché dalle immagini si evince che si tratta di donne hanno violato la culla» .
Il dispositivo era stato inaugurato a dicembre 2016 e la culla fu donata in seguito ad una raccolta fondi effettuata dall’Associazione Simba, (ai tempi della donazione denominata Abio Taranto), da Teleperformance e dalla Asl. La culla oltre allo scopo primario di consentire alle mamme in difficoltà di trasformare un atto di abbandono in un gesto d’amore è stata concepita anche come un luogo nel quale far pervenire un grido di aiuto.
Pertanto, chi «ha compiuto tale gesto - osserva Cinquepalmi - se avesse avanzato una richiesta dettata dallo stato di necessità avrebbe sicuramente trovato il sostegno dei volontari di Simba».
Il furto alla culla non è purtroppo un caso isolato. Le volontarie quasi quotidianamente sono costrette a fare la conta del materiale che viene sottratto dalla sala da loro allestita a Pediatria. «Sparisce di tutto. Addirittura ci siamo ritrovate con tre seggioloni in meno. Poi ci siamo accorte che qualcuno aveva accatastato in una scala secondaria alcuni fasciatoi e altro materiale e abbiamo chiesto che la porta venisse allarmata».
Ben più grave il caso della culla per la vita. «Far scattare inutilmente l’allarme, quando si accede nel locale destinato ad accogliere la culla - ha spiegato la Cinquepalmi -, impegna attivamente medici e infermieri dell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale, che devono accorrere per verificare che non sia stato abbandonato un neonato. Tutto questo distoglie le poche risorse disponibili e le attenzioni destinate per i casi più critici».
Dopo un primo momento di sconforto i volontari hanno ricomprato tutto, grazie anche alla fattiva collaborazione e alla pronta risposta di Teleperformance che ormai è vicino all’associazione dal 2013.
«Cinque anni insieme - ha spiegato Alessandro Ladiana, Internal Communication Manager del gruppo Teleperformance che segue da vicino i programmi di solidarietà promossi dalla multinazionale-, per importanti traguardi sempre condivisi con primari delle Divisioni Unità terapia intensiva (Oronzo Forleo) e Pediatria (Cosimo Gentile). Nello specifico attraverso la partnership è stato possibile donare alla struttura ospedaliera un macchinario “Airvo 2” utilizzato dai bambini con difficoltà respiratoria. Grazie a quel macchinario - ha detto Ladiana -, abbiamo donato un sorriso a piccoli e famiglie. Inoltre grazie alla generosità dei nostri dipendenti, abbiamo contribuito ad allestire una stanza di accoglienza destinata ai genitori dei piccoli pazienti ricoverati nell’Utin, una sala per la marsupio terapia, la milk room e infine, accogliendo il suggerimento del dottor Oronzo Forleo, abbiamo dato una mano per realizzare Una Culla per la Vita»
«Abbiamo avviato una serie di raccolte fondi all’interno delle sedi del call center tarantino che hanno portato al bel risultato. Quello della Culla, è tra i progetti messi in campo da Teleperformance in favore della città di Taranto, quello che più ha coinvolto i nostri dipendenti. Ora stiamo lavorando insieme ad una nuova iniziativa per febbraio, sperando che i nostri sacrifici servano a qualcosa».
«In generale dal 2011 - ha aggiunto Ladiana -, Teleperformance è impegnata nel sociale e ho la fortuna di coordinare io il tutto. Perché abbiamo deciso di ricomprare tutto per culla per la vita? Perché ritengo che abbiamo una responsabilità importante sul territorio. Attraverso questi gesti, questa tenacia, questi sacrifici si possa provare a far crescere tutta la comunità che poi in minima parte ospitiamo nelle nostre sale. I nostri ragazzi - ha concluso Ladiana -, vivono queste sfide sociali con grande orgoglio e senso di appartenenza e questa è la risposta più bella».