Il caso
Minacce a una prostituta nel Tarantino: chiesto il rito abbreviato per un 63enne
È accusato anche di stalking e calunnia nei confronti di una 50enne di nazionalità bulgara
Ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, che in caso di condanna comporterebbe lo sconto di un terzo della pena, il 63enne di Palagiano finito in carcere il 9 ottobre con l’accusa di aver imposto la sua “protezione” - dal 2020 fino all’arresto - a una 50enne di nazionalità bulgara che per sopravvivere si prostituiva, pretendendo da questa denaro in base al numero di clienti e minacciandola quando la vittima ha provato a liberarsi da quella morsa.
Dopo la notifica del decreto di giudizio immediato, chiesto e ottenuto alcune settimane fa dal pubblico ministero Remo Epifani, l’imputato – assistito dall’avvocato Pietro Putignano - dovrà ora difendersi non soltanto dall’accusa di sfruttamento della prostituzione, ma anche dalla contestazione di stalking e calunnia. Nel convalidare la detenzione in carcere il giudice Anna Lucia Zaurito aveva ritenuto sussistenti i «gravi indizi di colpevolezza» per lo sfruttamento della prostituzione «posto in essere anche con minacce» e in ordine agli atti persecutori concretizzati «in indebite e assillanti interferenze nella vita privata» e «in controlli ossessivi sull’attività svolta dalla donna». Così come anche per la calunnia: quando i carabinieri si erano presentati a casa dell’imputato, l’uomo avrebbe dato in escandescenze e rivolgendosi a uno dei carabinieri intervenuti lo avrebbe accusato di essere un cliente della donna e addirittura il suo protettore.
In Italia da alcuni anni, la 50enne aveva dichiarato di aver inizialmente concordato 20 euro al giorno per un passaggio e che da alcuni mesi l’imputato le avesse messo a disposizione il proprio camper per gli incontri. Fino alla pretesa di ricevere la cifra di 10 euro per ogni appuntamento consumato, oltre alla richiesta di consumare rapporti intimi con la vittima, spingendosi anche a monitorare il numero esatto delle persone ricevute ogni giorno da questa. Una situazione degenerata poi a settembre quando la vittima gli aveva comunicato di non volere più la sua intromissione: ed è allora che sarebbero scattate le minacce di morte a lei e chiunque avesse osato accompagnarla sui luoghi dove esercitava l’attività. Fino a impedire, stando alla denuncia, il passaggio dei clienti con spazzatura, cocci di vetro e oggetti in strada.
Un incubo che avrebbe spinto la donna a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine per mettere fine a quella situazione.