criminalità

Taranto, estorsione per droga, a processo in tre della provincia

ALESSANDRA CANNETIELLO

Comincerà a marzo il processo che vede imputati tre uomini con l’accusa di aver venduto droga tra il 2021 e il 2022 ad Antonio Taurino, autore dell’omicidio dello zio Angelo Taurino

Comincerà a marzo il processo che vede imputati tre uomini della provincia di Taranto con l’accusa di aver venduto droga – uno di loro risponde anche di estorsione consumata - tra il 2021 e il 2022 ad Antonio Taurino, 42enne di Manduria attualmente detenuto nel carcere di Taranto per essere l’autore dell’omicidio dello zio 84enne Angelo Taurino. L’uomo era stato massacrato con 27 coltellate nelle prime ore del mattino del 2 febbraio 2022 nella sua casa in via San Nicolò, nel Comune di Maruggio. Alla sbarra, dopo la decisione del giudice Alessandra Rita Romano di rinviarli a giudizio, sono finiti il 50enne Francesco Saracino di Sava difeso da Rosario Frascella e i due 30enni di Manduria Giovanni Marinò e Giuseppe Mariggiò, entrambi assistiti dall’avvocato Davide Parlatano.

Nel procedimento penale Taurino si è costituito parte civile assieme al padre. Il 42enne è stato condannato in via definitiva a 19 anni di reclusione. Per il pubblico ministero Rosalba Lopalco che aveva coordinato l’inchiesta relativa al delitto il movente dell’uccisione era sottrarre alla vittima il denaro: quella notte - anche a causa di una crisi di astinenza da cocaina - la necessità di trovare i soldi per pagare presunti debiti lo aveva spinto a recarsi per quattro volte a casa di «zio Nino». Nell’ultima visita scattò infine la follia omicida. Nel corso del primo processo Paolo Martino Rosato che difendeva Taurino aveva spiegato l’uccisione come un’azione da inquadrare anche nel grave disagio che il 42enne viveva in quel periodo: la tossicodipendenza innanzitutto, ma anche le umiliazioni e le vessazioni subite da altri soggetti della zona che lo avevano più volte picchiato per estorcergli denaro. Ed è proprio in questa cornice che si inserirebbe la vicenda che vede ora coinvolti i tre imputati.

A maggio 2022 Taurino si trovava già in carcere quando ascoltato dagli inquirenti disse di aver comprato quotidianamente prima da Saracino e poi da Marinò la droga, riducendosi a fare da “servo” ai due uomini, lavorando per loro in alcune occasioni per ripagare i debiti e rendendosi disponibile per le commissioni a lui richieste. Fino al punto in cui il 50enne si sarebbe infine presentato armato di pistola in casa sua e del padre intimando a quest’ultimo di pagare la somma di 720 euro per un debito di droga che ammontava in realtà a 300-400 euro. Per questo il 50enne deve ora rispondere anche spaccio e porto d’armi illegali.

Privacy Policy Cookie Policy