il racconto
Taranto, una passeggiata nella «giungla urbana» di Cesare Battisti
Pensiline in decadenza, sacchi al posto dei cestini per i rifiuti e doppia fila: «Non abbiamo alternativa»
Piazza Ramellini e via Cesare Battisti: luoghi che, per chi ci vive, ormai evocano più difficoltà che sicurezze. Lo dicono apertamente residenti e commercianti della zona, esausti di convivere ogni giorno con indifferenza, disagi e un generale senso di abbandono. Il primo grido d’allarme arriva dalla fermata dell’autobus di piazza Ramellini, dove le condizioni sono al limite del paradosso. Non ci sono vere sedute, la copertura è precaria prive di pensiline e le poche panchine utilizzabili sono vecchie, malridotte e spesso ricoperte dagli escrementi degli uccelli. «Impossibile sedersi, siamo costretti ad usare dei pezzi di cartone per non sporcarci. Siamo obbligati, anche solo per l’attesa dell’arrivo del pullman a restare in piedi» raccontano alcuni residenti. E continuano: «Ormai è una norma, i tempi tra una corsa e l’altra sono spesso lunghi, con corse che saltano o che arrivano a distanza di oltre mezz’ora».
Un disagio che si somma al resto e non solo: al posto dei soliti cestini dei rifiuti, si trovano sacchi neri appesi ai pali. Una soluzione di ripiego che, oltre a risultare scomoda, restituisce un’immagine trascurata e poco decorosa del quartiere. Difficoltà concreta, soprattutto per anziani e pendolari, costretti a sostare in piedi sotto il sole, sotto la pioggia, in condizioni poco dignitose. Ma non va meglio per chi si sposta in auto. A peggiorare il quadro della situazione c’è la questione dei parcheggi a pagamento, che diventa un vero e proprio incubo soprattutto lungo via Cesare Battisti. Le strisce blu hanno sostituito quelle bianche, lasciando ben poco spazio a chi cerca un posto senza dover pagare. Il risultato è quello di vedere i conducenti lasciare le auto in doppia fila: nervosismo costante e multe sempre dietro l’angolo.
Daniela Palermo e Monica Basile, residenti della zona, raccontano: «Siamo costrette a lasciare la macchina in doppia fila perché non troviamo mai posto. In più - aggiungono - rischiamo pure la multa». Le due donne non sono le uniche a rammaricarsi: il malumore cresce tra chi ogni giorno affronta la giungla urbana per trovare un posto auto vicino casa. Anche Giovanni, commerciante con un parcheggio privato, si dice solidale: «Io non ho questo problema, ma lo vedo ogni giorno nei miei clienti. Cercare un parcheggio è diventato sconvolgente, e molti rinunciano a venire in questa zona. Alla lunga, ci rimettiamo tutti». La percezione comune è quella di una zona lasciata indietro, dove mancano cura, ascolto e interventi concreti. I residenti chiedono interventi semplici ma celeri: migliorare il decoro urbano, sostituire i cestini improvvisati, sistemare le fermate dell’autobus con panchine adeguate e una pensilina vera, ma soprattutto rivedere il piano dei parcheggi con strisce bianche o riservando più spazi ai residenti. Al momento tutto resta fermo. E la quotidianità di chi vive e lavora tra piazza Ramellini e via Cesare Battisti continua a scorrere tra disagi e rassegnazione.