la decisione

Sparò al rivale a Taranto, pena ridotta in appello per una 35enne

[F.Ca.]

In secondo grado scende a 3 anni la condanna di Rossano

Scende a 3 anni di reclusione la condanna per Luana Rossano, 35enne tarantina accusata di aver sparato e ferito un uomo nella notte tra il 28 e il 29 settembre 2023 in via Cesare Battisti a Taranto. La Corte d’appello ha infatti accolto la tesi dei difensori, gli avvocati Luigi Danucci e Daniele Lombardi, e ridotto la pena a 4 anni e 5 mesi inflitta a dicembre in primo grado dal giudice Pompeo Carriere al termine del rito abbreviato.

La 35enne era inizialmente accusata di tentato omicidio, ma la difesa già in quel primo giudizio era riuscita a dimostrare che l’imputata non aveva mirato intenzionalmente o in direzione dell’uomo e che quindi il suo ferimento era stato accidentale.

Tutto comincia quella notte di settembre 2023 quando una chiamata allerta i poliziotti per una sparatoria: la prima Volante arriva sul posto e individua tre scooter, ma due riescono a fuggire immediatamente e sul terzo si avventano i poliziotti. Nasce un inseguimento che si conclude quando l'uomo a bordo dello scooter tenta prima di speronare una pattuglia della Polizia e poi prova una disperata fuga a piedi, ma senza successo. Quando gli agenti lo immobilizzano, però, si accorgono che l'uomo ha una ferita alla spalla: capiscono immediatamente che si tratta del foro di un proiettile e lo conducono in ospedale. Una volta giunto al pronto soccorso, però, incrociano un giovane anche lui in attesa di essere visitato: nasce un immediato diverbio e volano parole come «infame». I parenti del giovane dividono i due e la madre di quest'ultimo replica: «Non siamo infami: non l'abbiamo chiamata noi la Questura». Gli investigatori capiscono che sono tutti al corrente di qualcosa che negli interrogatori nessuno racconta e così partono le intercettazioni.

L'ascolto delle conversazioni permette di capire che prima di quell'agguato, era esplosa una rissa dinanzi a un bar a pochi metri dal PalaMazzola. L'incrocio delle intercettazioni e dei filmati di video sorveglianza raccolti dai poliziotti permettono di arrivare a Luana Rossano che, una volta intercettata, a sua insaputa conferma tutto: viene infatti ascoltata mentre parla al telefono con il fratello detenuto e ammette: «Ho, sparato, ho sparato». Una sorta di confessione involontaria che poi ha portato alla sua incriminazione.

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