Politica
Taranto, il centrosinistra manda un messaggio a Emiliano: «L'accordo sull'ex Ilva non si può firmare»
La maggioranza che sostiene il sindaco dimissionario Piero Bitetti: «Condanniamo le violenze ma non ci sono le condizioni per tenere il Consiglio comunale di domani». Nessuna richiesta al primo cittadino di revocare l'addio
La maggioranza di centrosinistra al Comune di Taranto dice stop all'accordo di programma sull'ex Ilva, e chiede al sindaco dimissionario Piero Bitetti di far saltare il consiglio comunale previsto domani, mercoledì 30 luglio, a Taranto. Una presa di posizione netta quella dei consiglieri che sostengono il primo cittadino, rivolta – per quanto riguarda il «no» all’accordo sul siderurgico proposto dal ministro Urso – soprattutto al governatore Michele Emiliano, possibilista sulla firma.
La decisione di Bitetti di dimettersi è maturata all’indomani delle proteste che hanno visto il sindaco costretto per due ore all’interno del Palazzo di Città, bloccato da un gruppo di manifestanti contrari all’accordo di programma tra Governo e istituzioni locali sul futuro dell'acciaieria.
«Ci siamo candidati per essere costruttori di una città coesa – si legge nel comunicato diffuso dalla maggioranza – di una comunità in cui il rispetto per le persone sia un valore imprescindibile. Abbiamo scelto di impegnarci per costruire una città in cui si respiri la bellezza della convivenza civile, dove anche chi ha opinioni diverse dalle nostre abbia sempre il diritto di esprimerle».
Il riferimento è diretto agli episodi avvenuti nella serata di lunedì 28 luglio, che vengono definiti senza mezzi termini «gravissimi».
«Quanto accaduto ieri sera al Sindaco Bitetti è gravissimo e va fermamente condannato – continua la nota – Costringerlo a rimanere per due ore chiuso all'interno del Palazzo di Città non è solo un atto di violenza nei suoi confronti, ma rappresenta anche l’espressione di un metodo che rifiutiamo e che non ci appartiene. Non è questa la comunità che vogliamo costruire».
Nel merito dell'accordo sull’ex Ilva, la maggioranza esprime forti riserve: «Crediamo che la strada della decarbonizzazione, con la progressiva chiusura dell’area a caldo a carbone, sia quella giusta e percorribile. Tuttavia, l’accordo di programma proposto dal Governo ci appare carente di certezze, improntato all’improvvisazione e privo delle necessarie garanzie per la salute e il lavoro nella nostra città».
Da qui la richiesta esplicita di rinviare il consiglio comunale previsto per il 30 luglio e di non procedere alla firma dell’accordo fissata per il giorno successivo: «Riteniamo che il Consiglio Comunale del 30 luglio non possa svolgersi per evidenti motivi di sicurezza. Inoltre, riteniamo che l’accordo di programma non possa essere sottoscritto il 31 luglio in assenza del sindaco».