Politica
Castellaneta, Di Pippa fa dietrofront e la poltrona è salva: azzerate le gare per le spiagge
Il sindaco approva una nuova delibera: il bando per le concessioni verrà rifatto dopo il Piano delle coste
Accordo raggiunto tra sindaco e gruppo «Con», palla in tribuna e dietrofront sul bando spiagge. La crisi politica a Castellaneta è definitivamente risolta.
Nel pomeriggio di ieri il consiglio comunale ha finalmente approvato il rendiconto di gestione 2024: lo ha fatto nell’ultimo giorno utile dei 20 a disposizione, scongiurando al fotofinish l’intervento del prefetto di Taranto che in via sostitutiva avrebbe decretato lo scioglimento.
Sembrava impensabile solo pochi giorni fa e invece il sindaco Gianni Di Pippa ha accettato le richieste di Con Castellaneta e ora a Palazzo di città tutto è tornato come prima: il dimissionario Maurizio Cristini è stato rieletto presidente del Consiglio, Marika Fumarola e Cristiano Rizzi, che avevano rimesso le loro deleghe il 2 maggio, sono stati nuovamente nominati assessori e il rendiconto di gestione 2024 è passato con i voti di una maggioranza tornata coesa.
Intesa totale in maggioranza anche sul bando delle spiagge perché, con una nuova delibera firmata sul filo di lana, la giunta Di Pippa ha avviato l’iter per la redazione del Piano comunale delle coste, da adottare entro la fine dell’anno, per la stesura di un nuovo elaborato planimetrico per ripartire le aree demaniali e per la redazione di un nuovo bando di gara. Le concessioni avranno una durata superiore rispetto a prima (non più 5 anni ma dai 10 ai 20 anni), e - soprattutto - le scelte saranno condivise con tutti i gruppi di maggioranza.
Fumata bianca, quindi, anzi gialloblù, come i colori della civica Con: il gruppo indiscutibilmente coordinato dal presidente Cristini, infatti, alla fine l’ha spuntata politicamente. Bagarre in aula e seduta sospesa per diversi minuti: durante i lavori il tema del rendiconto si è ovviamente fuso con le concessioni balneari di Castellaneta Marina ma l’opposizione non ha potuto affondare il colpo come avrebbe voluto perché impossibilitata a leggere la nuova delibera, pubblicata solo a metà del pomeriggio e a consiglio comunale in corso.
Le critiche dei gruppi di minoranza sono comunque state feroci: Giuseppe Angelillo ha parlato di un sindaco che «ha perso la dignità e pur di conservare il posto è disposto a fare qualsiasi cosa, pena lo sfratto». Walter Rochira invece ha usato la via dell’ironia: «Un rendiconto che sa di resa con il gusto amaro della sottomissione». Stefania Giannico, infine, si è rivolta al sindaco: «Ha scelto di piegarsi e sa di aver toccato il punto più basso della sua carriera politica. Castellaneta, invece, ha compreso bene qual è stato il prezzo che ha pagato pur di restare seduto su quella sedia».
Tra le file della maggioranza, invece, Donatello Lemma ha precisato: «Con “Con” abbiamo probabilmente commesso un errore politico ma quella di oggi non è una sconfitta e nemmeno un dietrofront. Avevamo il dovere di tentare fino all’ultimo di trovare una soluzione e insieme abbiamo pensato a un nuovo bando che verrà redatto meglio rispetto a quello che avevamo ideato noi». Ne è convinto anche il presidente Cristini che, prima di votare il rendiconto ha dichiarato: «Che il nostro rapporto con il sindaco e alcuni partiti della maggioranza non sia stato idilliaco non è un mistero. Con responsabilità abbiamo fatto delle scelte e con altrettanta responsabilità oggi siamo qui. Il nuovo bando sarà senza dubbio migliore del vecchio e da oggi si cambia condividendo tutto. Se ciò non dovesse accadere prenderemo altre decisioni, ma resto fiducioso».
Di Pippa, infine, è tornato sulla crisi politica ormai alle spalle, definendola reale, profonda e a tratti drammatica: «Ha prevalso il senso di responsabilità sia verso la città che verso chi ci ha dato fiducia. Dal 2026 - ha poi assicurato - tutte le concessioni saranno assegnate con procedure di evidenza pubblica. Se oggi siamo qui non è per difendere una poltrona ma per onorare un mandato. A chi vuole costruire tendiamo la mano, a chi vuole demolire resta il giudizio dei cittadini».