il progetto

Da Genova alle acque del Mar Piccolo di Taranto: altri 100 cavallucci tornano a casa

valentina castellaneta

Reintrodotti esemplari nati nello ionio e allevati nell’quario ligure. wwe. «stop alla pesca di frodo»

TARANTO - «Qui vicino alla Svam cavallucci marini se ne vedono sempre di più e questo significa che il nostro lavoro sta funzionando». Laura Castellano, curatrice settore Mediterraneo Acquario di Genova, nei giorni scorsi ha riportato nelle acque del Mar Piccolo, gli oltre 100 esemplari di cavalluccio della specie Hippocampus hippocampus. Una festa, insomma. «Ma perché sopravvivano – ha fatto sapere Giovanni De Vincentis, presidente di Wwf Taranto - serve anche prevenzione contro la pesca abusiva di frodo».

I cavallucci sono stati rilasciati in una delle tre microriserve protette create nel Parco Regionale del Mar Piccolo nell’ambito del progetto di conservazione in collaborazione tra Acquario di Genova, Comune di Taranto, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università degli Studi di Bari. È il secondo anno del progetto che ha come obiettivo aiutare questa specie a proliferare nel secondo seno del Mar Piccolo che, dal 2016, ha assistito a un fortissimo calo delle popolazioni delle due specie con una diminuzione della densità complessiva intorno al 90 per cento.

Quelli rilasciati ieri sono esemplari nati da coppie prelevate dal mare di Taranto lo scorso anno e successivamente sono stati allevati presso l’Acquario di Genova, nell’ambito di una serie di progetti di conservazione che vedono coinvolti lo stesso Acquario, il Comune di Taranto, il Cnr -Ias di Palermo, l’azienda danese Rockwool, la fondazione ambientalista One Ocean Foundation e l’Università di Bari. In questo secondo evento di reintroduzione, sono stati rilasciati oltre 100 esemplari giovanili, di 6 o 7 mesi di età, che si vanno ad unire a quelli dello scorso anno e continuano a vivere sulle sponde dell’Idroscalo tarantino. All’interno dell’area è stata installata una struttura artificiale, seahorses hotel, per fornire appigli e rifugio ai cavallucci e per favorire le attività di predazione da parte degli stessi.

Oltre che dal riscaldamento globale e dalle ondate di calore, il collasso delle popolazioni di cavalluccio marino è causato dalle catture accidentali della pesca artigianale, dalla frammentazione degli habitat e dal commercio illegale di organismi marini del Mediterraneo per l’uso nella medicina tradizionale cinese.

«Serve una sorveglianza – ha detto De Vincentis – e una prevenzione per salvaguardare questi esemplari. Le attività abusive di pesca di frodo sono le maggiori responsabili della diminuzione di queste specie. Incrementare queste popolazioni senza prevedere una seria attività di conservazione, sorveglianza e prevenzione, non porta risultati».

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