il nodo risorse
Asili nido a Taranto, il dietrofront di Melucci: solo due strutture saranno gestite da privati
Nei prossimi mesi, però, il Comune dovrà tagliare da altri settori la somma di 1,6 milioni di euro
TARANTO - I nove asili nido del Comune di Taranto non saranno più gestiti dai privati. Poco dopo le ore 18 di ieri sera, in una nota stampa, il sindaco Rinaldo Melucci ha compiuto il più classico dei dietrofront su una materia che, oltre ad alimentare numerose polemiche, aveva di recente causato qualche attrito nella stessa (risicata) maggioranza. Che, dopo questa novità, dovrebbe essere meno scricchiolante.
E così, a 20 ore esatte dal Consiglio comunale monotematico richiesto dalle opposizioni, la mossa del primo cittadino ovvero il suo passo indietro ha capovolto completamente la situazione: alle società private andranno, e persino in via sperimentale, solo i due asili che sono in fase di ristrutturazione grazie ai fondi del Pnrr (il “Monaco” di Talsano e il “Pastore” di Paolo VI).
Nei prossimi mesi, però, il Comune dovrà trovare in altri settori la cifra (1,6 milioni di euro) che avrebbe risparmiato cedendo ai privati la gestione dei nidi municipali. In sintesi, salvati gli asili così come in precedenza erano stati salvaguardati i lavoratori della Multiservizi, ora i tagli andranno fatti necessariamente altrove. Lo stop al Sail Gp, com’era del resto immaginabile, non è stato sufficiente.
Per la cronaca, la decisione di Melucci è arrivata nel pomeriggio di ieri al termine di un confronto avuto con il dirigente alla Programmazione economico-finanziaria, Simone Simeone e con la presidente della commissione consiliare Servizi, Patrizia Mignolo.
«Stiamo lavorando – ha annunciato lo stesso Melucci in un comunicato stampa - ad una variazione di bilancio di una certa rilevanza e ad un emendamento degli indirizzi programmatici per non procedere più con la devoluzione ai privati delle nove strutture esistenti, ma con la sperimentazione riferibile alle sole due nuove strutture che verranno consegnate nei prossimi mesi».