le indagini
Delitto Leporano, il figlio: «Mamma era un vampiro». Il gip: non dimostrata incapacità intendere o volere
«Ad oggi non sussistono elementi concreti». È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare con la quale il giudice ha confermato il carcere per il 46enne
TARANTO - «Ad oggi non sussistono elementi concreti» per provare che l’omicidio di Silvana La Rocca compiuto dal figlio Salvatore Dettori, sia stato commesso in uno stato di «incapacità di intendere e di volere». È quanto scrive il gip Francesco Maccagnano nell’ordinanza di custodia cautelare con la quale ha confermato il carcere per il 46enne arrestato dai carabinieri poco dopo la scoperta del cadavere della 73enne nella villetta di Leporano. Nella sua ordinanza, il magistrato ha infatti sottolineato che il delitto – commesso con una serie di coltellate e seguito dall’asportazione del cuore della donna a mani nude - è certamente «espressione di indubbia efferatezza e crudeltà» e che le motivazioni offerte da Dettori, che ha sostenuto di aver ucciso la madre credendola una sorta di vampiro, sono certamente «di tenore fantastico e assurdo», ma nello stesso tempo «ha dimostrato una spiccata capacità di discorrere in ordine a circostanze di vario segno, egli è parso orientato nel tempo e nello spazio, ha sempre compreso il tenore delle domande postegli, rispondendo a tono, e ha avuto una piena contezza del significato dei vari atti processuali compiuti nell’udienza di convalida di fermo». Insomma, al di là del delirio associato al delitto, Dettori «ha discorso in maniera quantomai puntuale dei suoi trascorsi lavorativi, rappresentando in maniera sufficientemente nitida la sua storia lavorativa e i motivi per lui egli è stato estromesso dall’amministrazione militare».
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