opere pubbliche

Taranto, al quartiere Cep-Salinella iniziati i lavori per eliminare il dissesto idrogeologico

FABIO VENERE

Obiettivo: migliorare la sicurezza idraulica (tradotto, ridurre i rischi connessi ai frequenti allagamenti) perfezionando rete di drenaggio e raccolta acque piovane e meteoriche.

TARANTO - Eliminazione del dissesto idrogeologico al quartiere Salinella (zona Cep), sono iniziati i lavori. Il Comune di Taranto, in collaborazione con il commissario di Governo per il contrasto del dissesto idrogeologico nella Regione Puglia, infatti, annuncia l’avvio degli interventi di messa in sicurezza di quest’area periferica.

In particolare, l’obiettivo è quello di migliorare la sicurezza idraulica (tradotto, ridurre i rischi connessi ai frequenti allagamenti) del quartiere Cep Salinella, perfezionando la rete di drenaggio e la raccolta delle acque piovane e meteoriche.

“Questi interventi – spiegano dagli uffici del commissario di Governo per il contrasto al dissesto idrogeologico - rappresentano un passo importante verso una maggiore sicurezza e sostenibilità del territorio, migliorando la gestione delle acque meteoriche e prevenendo i rischi legati al dissesto idrogeologico”.

Gli interventi infatti hanno l’obiettivo di migliorare la sicurezza idraulica del quartiere CEP Salinella. Questi lavori includono la realizzazione di un nuovo sistema di drenaggio per ridurre la pericolosità idraulica durante eventi critici con tempo di ritorno di 200 anni e la costruzione di due impianti di trattamento continuo.

L’impresa che realizzerà i lavori della durata di 432 giorni è la Macob srl (Gruppo Cisa), mentre il progetto definitivo è stato elaborato dall’agenzia regionale Asset. L’appalto, inoltre, è stato assegnato per 5,7 milioni di euro.

Intanto, verso la fine di agosto, nell’area erano terminate le indagini geognostiche. Che sono attività preliminari agli interventi definitivi (iniziati ieri). Con quest’attività, in estrema sintesi, sono stati valutati alcuni campioni di terreno prelevati, un mese e mezzo fa, al termine di sondaggi eseguiti in profondità.

In particolare, con l’intervento anti dissesto idrogeologico (e quindi anti allagamento) l’acqua piovana verrà raccolta in due vasche, trattata e poi fatta confluire verso il mare. Ma non solo. Nel corso del cantiere, la società appaltatrice (la Macob) lavorerà in tandem con l’Acquedotto pugliese (Aqp) per riconfigurare anche alcuni tratti del sistema fognario.

Intanto, nello scorso giugno, erano state definite le procedure per gli espropri dei terreni interessati dagli interventi. In particolare, dal 30 maggio al 3 giugno, i proprietari dei 45 beni immobili che ricadono nell’area hanno firmato i verbali predisposti dai funzionari dell’agenzia regionale Asset che, in base ad un accordo con il Comune di Taranto, ha curato queste operazioni. Si tratta di oltre 4mila metri quadrati che insistono nella zona di cui fa parte, ad esempio, lo stadio comunalke “Iacovone” che sarà interessato ai lavori per i Giochi del mediterraneo del 2026.

Anzi, l’esecuzione di queste opere è molto importante anche per la ristrutturazione dello stadio prevista per i Giochi del Mediterraneo. In realtà, l’intervento è condizione necessaria e sufficiente oltre che per i Giochi del 2026 soprattutto per far sì che i residenti della zona non abbiano più una viabilità compromessa in caso di (copiose) piogge e possano così avere maggiore sicurezza e vivibilità.

Per la cronaca, tre anni prima dell’ok al progetto definitivo, nel 2020, era stato approvato lo studio di fattibilità tecnica ed economica. E successivamente, era stato poi individuato un primo lotto dell’importo di 4 milioni (fondi assegnati a livello ministeriale). Successivamente, con una delibera del Cipess, il 22 dicembre 2021 erano stati assegnati all’Amministrazione comunale gli ulteriori 4 milioni necessari per completare l’intervento.

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