La sentenza

Giro di anabolizzanti: condannati due tarantini

Francesco Casula

Assolti dall’accusa di doping sportivo che prevede fino a 3 anni di carcere. L'inchiesta partita dalla vendita di farmaci online

TARANTO - Sono stati condanna a un anno di reclusione due tarantini coinvolti in un’inchiesta su un giro di anabolizzanti avviata dalla procura di Perugia e poi giunta, per competenza territoriale, a Taranto.

È stato il giudice per le udienze preliminari Pompeo Carriere, al termine del processo celebrato con rito abbreviato, a emettere il verdetto: una sentenza decisamente più leggera della condanna avanzata dal pubblico ministero.

I difensori, gli avvocati Luigi Danucci, Fabio Piergianni e Ottavio Martucci, sono riusciti a dimostrare infatti l’estraneità dei due rispetto al più pesante dei due capi di imputazione mossi ai loro assistiti: doping sportivo, un’accusa che è punta con una pena fino a tre anni di carcere e una multa che supera i 50mila euro.

Il collegio difensivo ha infatti dimostrato che la norma contestata punisce chi, in ambito agonistico, prova ad alterare i risultati di una competizione: i due imputati, però, non rientravano tra queste casistiche e sostanzialmente i prodotti acquistati online erano per fini personali, ma non utilizzati durante le competizioni. Una tesi che ha convinto il giudice Carriere che li ha, come detto, assolti da una delle due accuse. I due tarantini erano finiti nella rete degli inquirenti umbri che indagavano sul traffico di sostanze dopanti: tra le diverse vendite fatte da un soggetto, sono spuntati i nomi dei due finiti poi nel registro degli indagati. Nei loro confronti, come detto, erano state avanzate le accuse di doping sportivo e ricettazione: al termine del giudizio di primo grado i due sono stati condannati a un anno solo per l’acquisto illecito delle sostanze.

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