L'interrogatorio
Taranto, «Quella cocaina è mia mio padre non c’entra» Ma per il gip non è così
Il 25 agosto i carabinieri hanno fermato Sabatino Pellegrini e il padre Battista con 700 grammi di cocaina
TARANTO - “La droga è mia, mio padre non c'entra”. È quanto ha raccontato nel corso dell'interrogatorio di convalida il 19enne Sabatino Pellegrini arrestato dai carabinieri lo scorso 25 agosto insieme al genitore, il 44enne Battista Pellegrini. Dinanzi al magistrato il giovane si è assunto l'intera responsabilità della vicenda, ma la sua versione non ha convinto: il giudice ha infatti confermato la detenzione in carcere per il padre e gli arresti domiciliari per il figlio.
Sono stati i militari della Sezione Operativa della Compagnia di Taranto, nelle prime ore della mattinata a fare irruzione nell’abitazione dei due, al quinto piano di una stabile in via Plinio: nell'appartamento hanno sorpreso i due arrestandoli con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
I carabinieri, nei giorni precedenti, anche attraverso appostamenti, avevano infatti constatato che i due, servendosi di un “panaro” artigianale, frequentemente durante la giornata calavano dosi di stupefacente dal loro appartamento, come detto situato al 5 piano, a diversi acquirenti.
I militari dell’Arma hanno deciso dunque di cercare conferme ai loro dubbi e hanno effettuato una perquisizione. Quando l’azione degli investigatori è partita uno dei due indagati si è accorto del loro arrivo e ha provato a disfarsi della droga: un tentativo che però non è sfuggito ai militari: che durante il controllo nell’immobile sono riusciti a ritrovare, nascosti in differenti luoghi dell’abitazione, ben 700 grammi di cocaina, ma non solo.
I dubbi iniziali dei militari sono stati suffragati anche dal ritrovamento di alcune dosi di hashish. E c’è di più: in casa hanno trovato due pistole scacciacani prive di tappo rosso e hanno persino accertato che nell'immobile era stato attivato un allaccio abusivo alla rete elettrica. Anche per questo è scattata l’accusa di furto di energia.
Gli stupefacenti sono stati consegnati al Laboratorio di Analisi Sostanze Stupefacenti del Comando Provinciale per i successivi accertamenti, mentre le pistole insieme al “panaro” sono stati sequestrati.