Edilizia sportiva

Stadio Iacovone di Taranto, le priorità sono primo anello e impianti elettrici

Fabio Venere

Il costo degli interventi oscillerebbe tra i 10 e i 12 milioni di euro. Già conclusa la prima fase della Conferenza di servizi per la demolizione e la ricostruzione

TARANTO - Stadio «Iacovone», ecco le ipotesi e le cifre che fanno da sfondo allo scontro tra il Comune di Taranto, sostenuto dalla Regione Puglia, e il commissario governativo per le procedure di attuazione per la realizzazione dei Giochi del Mediterraneo del 2026. Bisognerà comprendere, però, se alla fine passerà l’opzione portata avanti, almeno così pare, dal commissario Massimo Ferrarese o quella sostenuta dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, appoggiato dal presidente Michele Emiliano ovvero lo «Iacovone» verrà solo (profondamente) ristrutturato o verrà demolito e ricostruito aprendosi ad attività commerciali al suo esterno così come invece vuole il Municipio?

Chi sostiene questa tesi, dalle parti di Palazzo di Città, fa notare come non si possa senza colpo ferire interrompere il percorso amministrativo già avviato e che, almeno per quel che riguarda la Conferenza di servizi, ha concluso la sua prima fase. Già, ma se così non fosse? Se prevalesse la linea - Ferrarese, cosa potrebbe accadere? Ecco, di seguito, alcune ipotesi e le prime cifre su cui riflettere. Il tutto, naturalmente, in previsione dei Giochi del Mediterraneo in programma a Taranto dal 13 al 26 giugno del 2026.

E allora, come utilizzerebbe il commissario governativo i 18 milioni di euro che secondo la bozza del decreto non ancora firmata, verrebbero stanziati in favore dell’impianto del rione Salinella?

Le priorità sono, da quel che risulta alla Gazzetta, costituite da interventi edili pari ad una cifra che oscillerebbe tra 10 e 12 milioni di euro. Chiaro è il riferimento ai lavori, necessari e urgenti, per rendere nuovamente agibile il primo anello dei settori “gradinata”, “curva sud” e “tribuna”.

Tutto questo, se realizzato, porterebbe la capienza dello stadio dagli attuali 12 - 13mila posti a 23 - 25mila, ma con l’obbligo a quel punto di riqualificare tutti i servizi igienici di quei settori dello “Iacovone” chiusi da diversi anni. Ma non solo. Se gli appalti si limitassero ad una ristrutturazione, sarebbe inevitabile anche sostituire le strutture che reggono la copertura della tribuna, ma anche rifare il terreno di gioco, l’area di prefiltraggio e gli impianti elettrici.

Ecco, queste sono le cose più urgenti da fare. Poi, però, bisognerà ragionare anche sul fossato che divide gli spalti dal terreno di gioco che, secondo alcuni esperti della materia (impiantistica sportiva), dovrebbe essere eliminato non rispondendo più esattamente alla normativa vigente. Già, ma tutto questo basterebbe per avere a disposizione un impianto sportivo moderno? Forse no, visto che uno stadio moderno è tale, ad esempio, se ha una tribuna stampa attrezzata e funzionale, se ha degli spogliatoi adatti alle nuove esigenze delle società sportive tra cui, ad esempio, c’è la necessità di avere una palestra.

E, infine, c’è da chiedersi se, limitandosi alla sola ristrutturazione dello “Iacovone”, si potrà finalmente intervenire anche per cambiare la viabilità della zona. In altre parole, un intervento solo parziale darà tutte le risposte e risponderà a tutti gli interrogativi? Difficile dirlo ora, ma nell’attesa le incognite restano intatte.

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