Il polo siderurgico

Ex Ilva, chiesta cassa integrazione per 3mila lavoratori. Acciaierie d'Italia: «Riavvio dell’Altoforno 5»

Avrà durata di un anno, solo 12 settimane per Taranto

TARANTO - Acciaierie d’Italia ha consegnato alle organizzazioni sindacali la richiesta di proroga per tutto il gruppo della cassa integrazione straordinaria, che è in scadenza il 27 marzo. Anche questa procedura, come la procedente, riguarderà un massimo di 3mila lavoratori su una platea di 10.041 dipendenti, di cui 2500 a Taranto, 260 a Genova, 155 a Novi Ligure, 35 a Marghera, 20 a Racconigi, 15 a Legnaro, 11 a Paderno e 4 a Milano.

La richiesta di cassa è per la durata di un anno, ma per lo stabilimento di Taranto per il momento la scadenza è fissata fra tre mesi, il 19 giugno 2023, in quanto sono disponibili solo altre 12 settimane di «cassa" prima che si raggiunga il limite di due anni di utilizzo dell’ammortizzatore sociale nel quinquennio mobile. L’azienda ha però annunciato che, dopo quella data, si riserva di avviare la procedura «per la concessione della Cigs in deroga».

Nello stabilimento ionico saranno interessati 2.010 operai, 286 impiegati e quadri e 204 «intermedi». Dal 28 marzo, dunque, sarà prolungato il periodo di cassa integrazione straordinaria per gli stabilimenti di Taranto (fino al 19 giugno 2023), Racconigi (fino all’11 marzo 2024), Marghera (11 marzo 2024), Milano (11 marzo 2024), Novi Ligure (18 marzo 2024), Paderno (18 marzo 2024), Legnaro (18 marzo 2024) e Genova (18 marzo 2024). A comunicare la procedura sono stati il nuovo responsabile del Personale Virginia Piccirilli (che prende il posto di Arturo Ferrucci) e il responsabile delle relazioni industriali Pietro Golini.

ACCIAIERIE D'ITALIA: SI RICOSTRUIRA' L'ALTOFORNO 5

Per il sito di Taranto Acciaierie d’Italia prevede la ricostruzione e l’avvio dell’Altoforno 5 «con l’adozione delle migliori tecnologie ad oggi disponibili e intende operare per la predisposizione all’avvio anche di impianti utili a consentire l’utilizzo di tecnologie complementari al ciclo integrale, quali quelle rappresentate da forni elettrici». E’ quanto emerge dalla richiesta di proroga della cassa integrazione straordinaria per i lavoratori del gruppo Acciaierie d’Italia consegnata oggi ai sindacati, che partirà il 28 marzo e riguarderà un massimo di 3mila lavoratori, di cui 2500 nello stabilimento di Taranto.

Nel documento si ricorda che è in atto un piano di riorganizzazione e che «le attività funzionali al completamento degli investimenti e ai vincoli connessi alla realizzazione del piano ambientale" condizioneranno «i livelli produttivi». Per il 2023 la produzione giornaliera sarà di circa 11mila tonnellate di acciaio al giorno di media con une previsione annuale di 4 milioni di tonnellate «rispetto alle 20mila tonnellate al giorno producibili ad assetto ordinario». Tale produzione, viene riportato nella procedura di rinnovo della Cigs, «sarà realizzata con periodi di marcia con due o tre altoforni. L’impianto Altoforno 2, attualmente fermo, è previsto in marcia per circa un trimestre nell’anno. I livelli produttivi attesi nel periodo di riorganizzazione, quindi, pongono in prospettiva in strutturale squilibrio il rapporto costi/ricavi dell’intero ciclo produttivo gestito da AdI». Tanto «determinerà inevitabilmente - si aggiunge - una riduzione del personale necessario alla marcia degli impianti». Da qui l’azienda motiva la necessità di ricorrere allo strumento della cassa integrazione straordinaria.

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