Malasanità
Taranto, morì per calcoli al SS. Annunziata, condannato un medico e tre assolti
È l’esito dell’udienza preliminare nei confronti di cinque medici finiti sotto accusa dopo la morte di una donna affetta da calcoli non individuati nell’ospedale SS. Annunziata di Taranto
TARANTO - Una condanna, un rinvio a giudizio e tre assoluzioni. È l’esito dell’udienza preliminare nei confronti di cinque medici finiti sotto accusa dopo la morte di una donna affetta da calcoli non individuati nell’ospedale SS. Annunziata di Taranto. Nei confronti di tutti l’accusa era di cooperazione in omicidio colposo. Il giudice Benedetto Ruberto ha condannato a otto mesi uno dei due medici che ha scelto il rito abbreviato: disposta una maxi provvisionale di 225mila euro nei confronti delle parti civili, con risarcimento in separata sede. Per l’altro imputato che ha optato per il rito alternativo, assistito dall’avvocato Claudio Petrone, il giudice Ruberto ha accolto la tesi difensiva assolvendolo con formula piena «perché il fatto non sussiste». Gli altri tre medici coinvolti nell’inchiesta hanno invece scelto il rito ordinario: due di loro sono stati prosciolti mentre il terzo è stato rinviato a giudizio.
I fatti risalgono al 17 novembre 2019 giorno del decesso della donna. Stando a quanto ricostruito dal pm Lucia Isceri nel corso delle indagini la donna si recò nella struttura sanitaria tarantina ma fu rimandata a casa con una cura domiciliare: nei confronti dell’unico medico condannato, il pm Isceri contestava le dimissioni della donna senza richiedere esami specifici come Tac e risonanza che avrebbero consentito di individuare la presenza di calcoli che hanno purtroppo innescato i problemi che hanno poi causato il decesso della donna.