La tragedia
Taranto, si «scava» nella vita privata dei coniugi trovati morti in attesa dell’esame autoptico
La pista più accreditata degli inquirenti resta quella dell’omicidio-suicidio
TARANTO - Quella dell’omicidio-suicidio resta, per gli inquirenti, l’ipotesi più accreditata. A sciogliere i dubbi residui sarà l’autopsia sui corpi del 50enne Roberto Dellisanti e della 53enne Silvia Di Noi. Marito e moglie, nel tardo pomeriggio di sabato scorso, sono stati rinvenuti cadaveri in due punti diversi della città. La donna in un stabile signorile di viale Virgilio. L’uomo in una villetta, in fase di ristrutturazione, in via Gobbioni a San Vito, frazione di Taranto. Entrambe le abitazioni erano nella disponibilità della coppia.
Sul corpo di Silvia Di Noi, il medico legale giunto sul posto dove si sarebbe consumato l’omicidio, non avrebbe riscontrato segni di violenza. La morte della donna, che era un’infermeria, potrebbe essere avvenuta per soffocamento. L’uomo, sottufficiale di Marina, è stato trovato impiccato a una trave nella villetta di San Vito. A dare l’allarme è stato il figlio della coppia che vive e lavora in Cina, a Shanghai. Non riusciva a contattarli e ha allertato alcuni parenti.
Gli agenti della Squadra Mobile, diretti dal vice-questore aggiunto Cosimo Romano, stanno in queste ore raccogliendo elementi utili per fare chiarezza sulla tragica fine della coppia. Una vicenda che ha sconvolto parenti e amici dei due coniugi, descritti da tutti come persone assolutamente tranquille. Ma qualcosa evidentemente covava all’interno del nucleo familiare. Non sono pochi gli aspetti da chiarire, come l’ipotesi - tutta da verificare - che Silvia Di Noi fosse afflitta da una grave malattia. Sarà, dunque, l’esame autoptico, appena il pm Mariano Buccoliero, che coordina le indagini, l’autorizzerà, a stabilire con esattezza le cause e l’ora della duplice morte. E le circostanze che l’hanno determinata. Nessun messaggio o bigliettino sarebbe stato trovato all’interno delle due abitazioni.