Taranto
Delitto di Avetrana, 12 anni dopo arriva un'altra fiction su Sarah Scazzi, diretta da Mezzapesa
Si chiamerà «Qui non è Hollywood». Dopo le condanne di primo grado, la Corte d’appello di Taranto ha assolto tre imputati e in particolare Giuseppe Olivieri
Sono giunti ieri nella provincia di Taranto il cast e la troupe che daranno forma alla nuova serie televisiva sull’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne uccisa e gettata in un pozzo nelle campagne di Avetrana il 26 agosto 2010. Proprio ieri, esattamente a distanza di 12 anni da quel delitto. È la società di produzione cinematografica «Groenlandia» a curare la realizzazione della serie su uno dei fatti di cronaca più seguiti e divisivi degli ultimi anni. La fiction, intitolata «Qui non è Hollywood», comincia la sua produzione a distanza di circa un anno dalla docuserie «Sarah – La ragazza di Avetrana», prodotta sempre da Groenlandia e andata in onda su Sky. Il documentario, composto da quattro puntate e diretto da Christian Letruria, era basato sul libro scritto da Flavia Piccinni e Carmine Gazzanti ed è stato un ottimo lavoro di ricostruzione della vicenda: sono stati i reali protagonisti reali a riportare sullo schermo i fatti di quell’estate 2010 e i processi che ne sono seguiti e al termine dei quali sono state definitivamente condannate all’ergastolo la cugina di Sarah, Sabrina Misseri, e la madre di quest’ultima Cosima Serrano. Le interviste alla mamma di Sarah, Concetta Serrano, al fratello Claudio e poi ad avvocati, ex magistrati e giornalisti, come Mimmo Mazza, attuale caporedattore centrale de La Gazzetta del Mezzogiorno, hanno permesso al grande pubblico di rivivere quei giorni, ma soprattutto di approfondire una serie di aspetti che ancora oggi continuano a dividere gli italiani tra innocentisti e colpevolisti.
Nella nuova serie, invece, saranno gli attori a rievocare il delitto di Avetrana: la regia è stata affidata al pugliese Pippo Mezzapesa, reduce da «Ti mangio il cuore», film che uscirà al cinema il prossimo 22 settembre e ambientato nel Gargano falcidiato dalle guerre tra famiglie mafiose. Oltre a Mezzapesa, Groenlandia ha scelto come direttore della fotografia Giuseppe Maio e il barese Paolo De Vita nel ruolo di zio Michele, il contadino condannato in via definitiva per occultamento del cadavere, ma che continua a professarsi l’unico reale responsabile dell’omicidio. Le riprese, che partiranno oggi, dureranno circa 17 settimane e non toccheranno Avetrana: le prime 8 settimane si svolgeranno tra Lizzano, Torricella e Maruggio, mentre le altre 9 saranno girate a Roma.
La narrativa mediatica, insomma, continua a rievocare la storia di Sarah anche a distanza di diversi anni dalla chiusura dei procedimenti giudiziari. A febbraio 2017 la Cassazione confermò le condanne emesse dalle corti di assise nei primi due gradi di giudizio: la vicenda però è finita dinanzi alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo dopo i ricorsi presentati dai difensori delle imputate Franco Coppi, Nicola Marseglia e Lorenzo Bullo. Un procedimento che mira a ottenere la revisione del processo. Tra le carte depositate anche l’ultima sentenza di uno dei tanti processi paralleli aperti sul delitto di Avetrana: l’assoluzione di alcuni dei testimoni che l’accusa considerò «bugiardi» durante il processo principale. Dopo le condanne di primo grado, infatti, la Corte d’appello di Taranto ha assolto tre imputati e in particolare Giuseppe Olivieri: le sue dichiarazioni, ritenute oggi non false, potrebbero rimettere in discussione una serie di elementi che portarono alla condanna di Sabrina e Cosima. E, oltre dodici anni dopo la morte di Sarah, riaprire tutto.