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Taranto, l'associazione Genitori Tarantini: «Vogliamo parlare con Letta»
La richiesta «per far conoscere il dramma» in una lettera al sindaco Melucci
Taranto - «Anche noi avremmo voluto esserci», per dire con «l'angoscia» dei Tarantini che «tutto l'acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino», ma «la zona è interdetta a manifestazioni, anche se esclusivamente simboliche, anche se sono in difesa della salute dei nostri figli».
Lo scrive l’associazione Genitori Tarantini in una lettera al sindaco Rinaldo Melucci nel giorno dell’arrivo a Taranto del segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, impegnato in un serie di appuntamenti istituzionali, in una visita al cantiere dell’ospedale San Cataldo e in un incontro con i Circoli del Partito democratico.
«Non possiamo accettare -. osservano i portavoce dell'associazione rivolgendosi al sindaco Melucci - che l'onorevole Letta se ne vada senza sapere quanto soffrono i cittadini di Taranto; e allora, visto che noi non potremo farlo, chiediamo a lei di parlargli di Ambra, una delle bambine che è morta di leucemia, di Miriam, di Benedetta, di Elio, di Alessandro, di Rebecca, di Alex, di Vincenzo, di Federica, e delle tante vittime di un «sistema che per troppi anni ha offeso un diritto che sembrerebbe non valere per i tarantini: il diritto fondamentale alla salute».
I Genitori Tarantini chiedono al sindaco di parlare al segretario Pd «di quei bambini, di cosa sognavano per il loro futuro, di come erano belli, e di quanto è ingiusto che siano morti; gli dica che questo non deve accadere più e che non bastano le scuse per perdonare chi poteva fare e nulla ha fatto. Gli dica che quella fabbrica deve essere chiusa subito, smantellata, che tutta la zona deve essere bonificata in tempi brevi, come minima parte di risarcimento al popolo tarantino». E, concludono, «parli come un padre che ha le stesse nostre paure».