SIDERURGICO

Ex Ilva di Taranto, in azienda è braccio di ferro. Confermato lo sciopero

MIMMO MAZZA

Si fermano, oggi e il 7, i reparti Produzione lamiere e Laminatoio a Freddo

Taranto - ArcelorMittal non desiste dalle modifiche all’organizzazione del lavoro nei reparti Produzione lamiere e Laminatoio a Freddo, modifiche contestate dai sindacati perché unilaterali, e Fiom Cisl, Fiom Cgil e Uilm confermano i due scioperi di 24 ore ciascuno previsti nei due reparti rispettivamente oggi e il 7 settembre. Lo sciopero è stato proclamato sul finire della scorsa settimana e ieri si è svolto, come previsto, la procedura di raffreddamento. Un «ultimo passaggio» lo definiscono i sindacati prima dell’effettuazione della protesta per verificare in extremis se ci sono i margini per un accordo e quindi una revoca della protesta stessa. Ma l’incontro con ArcelorMittal, fanno sapere i sindacati, è stato del tutto infruttuoso. E ieri ha manifestato solidarietà ai lavoratori in sciopero anche il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. «L’ennesimo sciopero indica che il modello industriale che sembra interessare ad ArcelorMittal non ha alcun futuro», dichiara il sindaco. «L'incredibile cortina di silenzi, misteri e abusi che è calata sullo stabilimento siderurgico di Taranto, di tanto in tanto si squarcia per mezzo del grido di stanchezza e preoccupazione dei lavoratori, con i quali non possiamo che essere solidali, senza se e senza ma» aggiunge Melucci. «Oggi - dice il primo cittadino - non è più nemmeno il caso di commentare i comportamenti di ArcelorMittal, che sottolineano soltanto che ogni azione va costantemente nella direzione di un conflitto con la comunità, insieme residenti, addetti diretti ed indiretti, e come sempre con l’ecosistema». «Non conosciamo ancora - insiste Melucci - i termini del negoziato che sta conducendo il Governo, per il tramite sembrerebbe di Invitalia, ma di certo la nostra posizione resta molto esigente dal punto di vista della valutazione del danno sanitario, della radicale conversione tecnologica e dunque del ridimensionamento sostanziale degli impianti, oltre che di convinto rifiuto di un partner come questo ArcelorMittal a Taranto». Il sindaco annuncia che «il Comune di Taranto invierà, in proposito, una missiva al Primo Vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per il clima e il green deal europeo Frans Timmermans. È giunto il momento di voltare pagina e dare risposte definitive ai tarantini, in coerenza con la strategia europea della transizione giusta».

Intanto, un operaio Ilva in As ha scritto al premier Giuseppe Conte. «Carissimo presidente, ho il cancro e sto spendendo tanti soldi per le cure. Non voglio denaro, ma ridatemi la dignità del mio lavoro» è, in sintesi, l’appello rivolto dal lavoratore dello stabilimento siderurgico di Taranto, rimasto in capo all’Ilva in As in regime di Cigs dopo il passaggio dell’azienda ad ArcelorMittal. «In questi ultimi anni - sottolinea nella lettera aperta al premier pubblicata sul suo profilo Facebook - sto attraversando una situazione del tutto particolare. Ex operaio della più grande acciaieria europea attualmente in Ilva in As, padre di un bambino di 3 anni e convivente con una donna fantastica che ha rinunciato a tutto per accudirmi. Mi ritrovo ad affrontare un tumore raro dal quale ho volontariamente preso la strada della sperimentazione». «Considero il sistema sanitario italiano - puntualizza l’operaio - eccellente, soprattutto nelle risorse umane, ma pur essendo gratuito, tra spostamenti, visite e prenotazioni ho già dilapidato 23.760 euro frutto di risparmi personali e di aiuti da parte di amici e sponsor. Ma non le scrivo per chiederle soldi, bensì il mio Lavoro che - conclude l'operaio - mi riporti la dignità come previsto dall’articolo 1 della Costituzione Italiana».

SCIOPERO RIUSCITO -  «Nel reparto Produzione Lamiere ha scioperato il 100 per 100 della forza lavoro del primo e del secondo turno": è «positivo il bilancio dello sciopero di 24 ore indetto oggi nel reparto Produzione Lamiere di ArcelorMittal, a Taranto, da Fim, Fiom e Uilm per protestare contro le modifiche organizzative decise dall’azienda». Lo afferma la Fim Cisl, aggiungendo che c'è stata «la stessa percentuale di adesione anche nel magazzino dell’impianto. Nel reparto Ossitaglio Lamiere e Piastroni (Olp) adesione alla protesta dell’80 per cento mentre bassa la partecipazione allo sciopero alla Finitura, che fa parte dello stesso reparto. Qui hanno scioperato solo 4 lavoratori nel primo turno e 2 nel secondo». L'astensione dal lavoro prosegue anche col terzo turno «che - conclude la Fim - comincia stasera alle 23 e si conclude alle 7 di domattina. Il 7 settembre ci sarà un altro sciopero di 24 ore in ArcelorMittal: riguarderà sempre per la questione delle modifiche all’organizzazione del lavoro per il personale tecnologico il Laminatoio a Freddo».

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