A taranto
Tangenti sulla discarica, Tamburrano fa scena muta davanti al gip
L'ex presidente della Provincia di Taranto, accusato di corruzione, si è avvalso della facoltà di non rispondere
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, nell’interrogatorio di garanzia svoltosi nel carcere di Taranto dinanzi al gip Vilma Gilli, l’ex presidente della Provincia Martino Tamburrano (FI) e altri due dei sette arrestati coinvolti nell’indagine della Guardia di finanza che ha svelato presunti affari illeciti e accordi corruttivi in merito all’autorizzazione per l’ampliamento della discarica di Grottaglie e alla gara d’appalto per i servizi di raccolta rifiuti del Comune di Sava. Sono accusati a vario titolo di corruzione e turbata libertà degli incanti. Scena muta anche da parte dell’imprenditore di San Marzano, Pasquale Lonoce (titolare di alcune società attive nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti), e del dirigente del settore Ambiente della Provincia Lorenzo Natile.
Secondo l’accusa Tamburrano, per sbloccare l’autorizzazione all’ampliamento della discarica Torre Caprarica di Grottaglie e pilotare la gara d’appalto per la gestione dei rifiuti solidi urbani a Sava, avrebbe ricevuto una tangente di 5mila euro al mese, un’auto Mercedes del valore commerciale di 50mila euro e un contributo di 250mila euro per finanziare la campagna elettorale di sua moglie, Maria Francavilla, candidata (non eletta) al Senato per FI alle politiche del 2018. Sono aperti anche altri fronti investigativi, come quello sulle elezioni comunali a San Marzano di San Giuseppe.
Nel carcere di Opera è detenuto il manager Roberto Natalino Venuti, procuratore speciale della società-gestore della discarica di Grottaglie. Agli arresti domiciliari si trovano Rosalba Lonoce (figlia di Pasquale), l’ex presidente Amiu Federico Cangialosi e l’attuale dirigente tecnico dell’Amiu Mimmo Natuzzi (presidente e membro della Commissione di gara per la Raccolta di Rifiuti urbani nominata dal Comune di Sava).