Il comune

Melucci stringe i tempi per far approvare: il bilancio di previsione

Fabio Venere

In 18 giorni, dovrebbe esserci l’adozione dell’Esecutivo, il parere dei Revisori e il voto del Consiglio

TARANTO - A ritmi serrati verso l’approvazione del bilancio di previsione. La settimana scorsa, infatti, sembra che dai vertici di Palazzo di Città sia stata dettata la linea alle direzioni amministrative ed in particolar modo all’area Finanziaria del Municipio. L’obiettivo, non ancora dichiarato, è quello di arrivare al 31 dicembre con il via libera alla manovra finanziaria 2019. Certo, si tratta per ora solo di indiscrezioni e di ipotesi che, però, al tempo stesso hanno gambe piuttosto solide su cui camminare. Del resto, alcuni indizi ci sono. E quelli sì, sono ufficiali. Negli ultimi dieci giorni la giunta municipale presieduta dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha approvato alcuni atti amministrativi che sono strettamente collegati al bilancio di previsione. È la legge che, ad esempio, tiene insieme il piano triennale delle opere pubbliche e il bilancio ed è sempre la norma nazionale ad allegare, in senso anche... materiale, la manovra finanziaria con il piano dei costi dei cosiddetti servizi a domanda individuale (palestre, piscine, stadio, asili nido, mensa e trasporto alunni). E tutti questi elementi, già sono atti amministrativi ormai definiti e noti pure all’opinione pubblica visto che la Gazzetta, nei giorni scorsi, ne ha ampiamente scritto. Ma non solo. In queste ore, potrebbe essere predisposta dagli uffici finanziari (ammesso che questo non sia già avvenuto) la delibera per quel che riguarda l’addizionale Irpef. Che dovrebbe rimanere al tetto massimo previsto dalla legge, 0,8 per cento, ma lasciando l’esenzione per redditi sino a 15mila euro annui. Evidentemente, l’opera di raccolta dei dati proseguirà con le stime di gettito delle tasse e dei tributi locali (Imu, Tari, Tasi, Tosap ed altre ancora). La sfera delle entrate tributaria è parte importante per redigere un bilancio. Quindi, senza questi elementi la manovra non può neppure essere accennata. Servono, dunque, le schede provenienti dai vari uffici comunali, necessarie per fare sintesi.

Ma per quale ragione il sindaco Melucci vorrebbe accelerare? Perché vorrebbe approvare il bilancio di previsione entro il 31 dicembre? Il motivo che sembra indurlo ad agire in questo senso, ruoterebbe tutto attorno alle premialità che vengono riconosciute a quegli enti locali che tagliano questo traguardo. In particolare, in questo modo, sarebbe possibile non avere vincoli rispetto alle spese per studi e incarichi di consulenza; spese per relazioni pubbliche, convegni, pubblicità e di rappresentanza; sponsorizzazioni e spese per attività di formazione.
La strada, però, sembra davvero stretta. A partire da oggi, infatti, mancano alla fine dell’anno ventuno giorni che, in realtà, si riducono ulteriormente a diciotto non considerando 24,25 e 26 dicembre. Poi, il periodo per portare a termine questa corsa potrebbe assottigliarsi ancora in considerazione delle tre domeniche presenti sul calendario. Certo, in linea teorica, il Consiglio comunale può riunirsi pure in un giorno festivo, ma vista la risicata maggioranza di cui dispone Melucci sembra davvero chiedere troppo. Incredibile a dirsi. Ed allora, ci sono diciotto giorni di tempo per far accendere il «semaforo verde» al Consiglio comunale. E sì perché vale forse la pena di ricordare che la giunta può adottare la manovra finanziaria anche domani, ma questa si considera definitivamente approvata solo e soltanto dopo il voto della massima assise cittadina. Adozione ed approvazione, sono due passaggi diversi, distinti, di un atto amministrativo peraltro molto complesso come il bilancio di previsione. E prima di arrivare al pronunciamento del Consiglio comunale, i consiglieri devono necessariamente avere a disposizione il parere, obbligatorio ma non vincolante, del collegio dei Revisori dei conti. Che, in genere, non si esprimono mai prima di dieci giorni lavorativi (il più delle volte, quindici). Ma non è finita qui. Una volta acquisito il parere dei Revisori, poi bisogna concedere ai consiglieri comunali l’opportunità i discutere e valutare in commissione Bilancio la proposta di delibera.

Solo in ultima analisi, la parola andrà ai 33 consiglieri comunali di Taranto (sindaco Melucci compreso).
Certo, visti i tempi così stretti - anzi strettissimi - una volta acquisiti tutti i documenti contabili dalle direzioni e una volta adottato il bilancio in giunta, il sindaco potrebbe chiedere alla sua maggioranza una sorta di voto di fiducia. E lo potrebbe fare agendo sulla falsariga di quel che avviene spesso alla Camera quando il Governo pone la fiducia sulla legge di Bilancio. In quest’ipotesi, il voto in tempi rapidissimi potrebbe pure esserci, ma la giunta potrebbe esporre così il suo fianco ad alcuni emendamenti che potrebbero essere presentati in aula.
Un ultimo aspetto, forse, consiglierebbe maggiore cautela: è in discussione alla Camera una proposta della maggioranza (sponda Lega) che prevede, già per il 2019, l’accorpamento tra tutte le tasse sulla casa. Potrebbe cambiare anche il metodo di pagamento e la Tasi, tassa sui servizi, finirebbe in questa nuova imposta generale. Se quest’emendamento leghista diventasse legge dello Stato, dall’1 gennaio qualche novità potrebbe esserci pure per i tributi locali comunali. Ma, ovviamente, si conosceranno dopo. Non prima. 

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