il triplice omicidio del 2017
La strage del militare c’è il «sì» alla perizia
Ammesso il rito abbreviato chiesto dalla difesa dell’appuntato
Sarà conferito il prossimo 14 stetembre al professor Oronzo Greco l’incarico di effettuare una perizia psichiatrica sull'appuntato scelto dell'Arma Raffaele Pesare che il 18 novembre dell’anno scorso a Sava ha ucciso a colpi di pistola il padre Damiano, la sorella Nella e il cognato Salvatore Bisci, tentando subito dopo il suicidio. Il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Tommasino, accogliendo la richiesta formulata dall’avvocato difensore Lorenzo Bullo e malgrado il parere negativo del sostituto Maria Grazia Nastasia e dell’avvocato di parte civile Franz Pesare, ha disposto la consulenza, ammettendo così il processo con il rito abbreviato chiesto dall’avvocato Bullo condizionandolo, appunto, alla perizia psichiatrica finalizzata a valutare la capacità di intendere e volere del militare al momento del triplice delitto e all’esame dell’imputato, già fissato proprio per il 14 settembre. Esame dell’imputato che su richiesta fatta dal pm Nastasia sarà videoregistrato.
Nei confronti di Pesare il giudice Ruberto, firmatario del decreto di giudizio immediato chiesto dalla Procura, decreto poi opposto dall’avvocato Bullo che ha optato per il rito abbreviato, così come aveva già fatto in occasione dell’ordinanza di custodia cautelare, contesta l'omicidio volontario aggravato dalla circostanza di averlo compiuto nei confronti di un ascendente e della sorella. Non viene invece contestata l'aggravante della premeditazione, segno evidente che Pesare ha agito di impulso e non seguendo un piano preordinato.
Secondo l’accusa, Pesare è arrivato nell'abitazione della sorella, in via Giulio Cesare a Sava, dove il padre Damiano viveva da quando era rimasto vedovo, attorno alle 11.30, come documentato dalle immagini di un sistema di video sorveglianza. È entrato nell'abitazione dall'ingresso secondario che porta alla cucina ubicata al piano terra. Lì ha discusso con i suoi parenti, facendo fuoco poco dopo le 12. Il medico legale Alberto Tortorella ha riscontrato tre proiettili nel corpo della sorella, due in quello del padre e due in quello del cognato. I carabinieri hanno invece recuperato dieci bossoli a terra, compreso quello del colpo che Pesare si è esploso sotto al mento nel tentativo di suicidarsi, quattro proiettili inesplosi a terra e un proiettile in canna alla pistola calibro 9 di ordinanza che il carabiniere portava con sé pur essendo in licenza da qualche giorno. Alle 12.15 Raffaele Pesare ha chiamato un collega, dicendogli con voce agitata e in dialetto quanto era successo: «Aiutami, aggia cisu sorma, caniauma e sierma, aiutatemi mo' mi ciu puru iu' aggiu fattu na minchiata».
In apertura di udienza, l’avvocato Franz Pesare si è costituito parte civile per conto del figlio e di un altro familiare dell’imputato.[M.Maz.]