La curiosità
G7, è made in Bari l’amuleto portafortuna donato dal Governo ai grandi della Terra
Il gioiello consegnato ai capi di stato, frutto del lavoro creativo e artigianale di Laura Rampino e Riccardo Laudisa
BARI - Simboli antichi ma vision contemporanea. Hanno creduto nell’innovazione quando ancora non era una parola di moda e la scommessa fatta una decina di anni fa si è rivelata vincente. Il loro pumo, beneaugurante simbolo della tradizione pugliese, è diventato il gioiello scelto come dono per i grandi della Terra. Rielaborato in argento sterling, è stato consegnato ai capi di Stato e delegazione che hanno partecipato ai lavori ospitati a Savelletri. Il ciondolo che promette prosperità e buona fortuna è il frutto del lavoro creativo, artigianale e rigorosamente made in Italy di Laura Rampino e Riccardo Laudisa. La loro Solara Argenti di Bari è stata selezionata da chi si occupa di tutte le attività di carattere logistico-organizzativo connesse agli eventi italiani del G7. «Abbiamo partecipato a un bando ma – spiega Laudisa - è stato davvero emozionante ricevere la Pec della Presidenza del Consiglio».
La Puglia raccontata in un gioiello. Immaginavate di poter essere selezionati?
«Siamo orgogliosi di essere stati scelti per i doni istituzionali. Abbiamo offerto un range di gioielli, immaginando quali, secondo noi, potessero essere giusti per l’occasione. Abbiamo pensato ai pumi perché sono un simbolo della Puglia e la nostra proposta è piaciuta».
Così com’era? Non è stato chiesto un disegno unico?
«Nessuna modifica. Perfetti così. Abbiamo anche pensato a un disegno originale ma la progettazione e realizzazione di un pezzo in esclusiva sottende un lavoro molto lungo e abbiamo preferito non correre il rischio di allungare i tempi fra bozzetti, studi, proposte e controproposte».
L’aver abbinato simbologia, artigianalità, territorio forse spiega perché siete stati scelti.
«Abbiamo pensato: Puglia uguale pumo. Per primi abbiamo trasformato il pumo, come altre icone di Bari e della Puglia, nel gioiello che abbiamo proposto. La nostra azienda ha 37 anni e 97 concessionari in tutta la regione. Una decina di anni fa, siamo passati dall’argenteria per la casa ai preziosi da indossare e in quel passaggio identitario ci siamo detti: perché non raccontare il nostro territorio? Sono nati i ciondoli con il tre ruote, con il panzerotto e birra del nostro meraviglioso street-food, la luminaria, le medaglie con le frasi tipiche dei nostri dialetti (“Mè scià”, “Iapr l’ecchie”, “Da mò vale”, “Cu tuttu lu Core”), senza tralasciare il polpo arricciato, che è difficile spiegare se non vivi in questa regione. All’inizio ci guardavano straniti, poi abbiamo avuto ragione».
Precursori di un modello che oggi invece funziona molto.
«Nel nostro settore abbiamo sempre creato tantissima innovazione. È interessante perché ti permette di esplorare nuovi oggetti, linguaggi, tecnologie. Pensiamo, progettiamo e realizziamo le nostre collezioni in Italia rifiutando il campanello del mercato estero anche per realizzare il dettaglio più piccolo, sia un gancio o un moschettone».
Perché questa scelta convinta del made in Italy?
«Quando qualche anno fa si sono diffusi i compro oro, tutto il metallo è stato acquistato dalla Cina e i costi sono andati alle stelle. In 4 mesi, l’argento, che costava 300 euro al kg, è arrivato a 1.100 euro al kg. In Italia è crollato il mercato dell’argenteria e si è perso l’80% delle maestranze, dai tornitori ai cesellatori. La meravigliosa filiera italiana è stata messa in crisi e noi vogliamo contribuire a ricreare quell’ecosistema».
Al G7 è stato regalato il pumo, un amuleto. Se aveste potuto mettere un biglietto, quale sarebbe stato il vostro buon augurio ai Grandi della Terra?
«Partecipando al bando ci siamo chiesti: cosa puoi regalare a una persona che guida una nazione? Qualsiasi dono potrà anche avere un valore materiale ma è il senso, il significato, il valore immateriale di quell’oggetto che sarà più importante, che andrà al di là dell’oro o del nostro argento. Cosa puoi regalare a un potente? Il pomo è un porta-fortuna e nelle loro mani, che fanno girare mille mani, noi abbiamo pensato di mettere un auspicio: guidateci nel luogo dove tutti noi possiamo avere maggior fortuna o una qualità di vita migliore».
È un po’ la filosofia dei vostri simboli di Puglia. Non solo gioielli, insomma.
«Quando regalo un ciondolo con una ballerina di taranta o un modo di dire tipico come “Awè!”, dono anche un ricordo, un suono familiare, qualcosa di cui si è orgogliosi. Lavoriamo su un progetto che tocca più sentimenti: dal senso di appartenenza a un luogo, al piacere di condividere una tradizione, alla nostalgia della propria terra».