La storia

A Ceglie Messapica c'è un agricoltore-genio che crea aerei con vecchi ventilatori

Enrica Simonetti

Domenico Urso ha la passione del volo sin da piccolo e ha anche acquistato un vecchio aereo militare. Poi ha cominciato a costruire modelli usando materiali di risulta. Disegna progetti per evitare incidenti. E sogna un Museo amatoriale

CEGLIE MESSAPICA - La Puglia riserva sempre sorprese. Come quella di passeggiare tra le campagne di Ceglie Messapica e conoscere un agricoltore-artista che nel tempo libero costruisce aerei. C'è da stropicciarsi gli occhi e capire se si possa trattare di un sogno, ma la realtà è lì sotto il sole: un vecchio aereo militare «G91» domina la vista tra campi e masserie, in quella magnifica Valle d'Itria che sa di mare e di campagna.

Ma a casa di Domenico Urso, 45 anni, coltivatore agricolo, l'aria sa anche di cielo, di nuvole, di inventiva e di creatività.

Violiamo la privacy di questa villetta campagnola ed entriamo, ma soltanto per raccontare la storia di un agricoltore sui generis, uno di quei geniali pugliesi che caratterizzano la nostra identità, così multiforme, così magnificamente «folle». Domenico è un uomo sorridente, viso aperto e mani laboriose: pensate, non ha mai volato su un aereo di linea ma dei voli e dei cieli sa tutto, con una cultura personale nata dalla passione.

Parlare con lui significa entrare nel suo mondo creativo. «Rincorrevo aerei sin da piccolo», racconta. Con la semplicità di chi considera le passioni un istinto dell'anima, aggiunge particolari: «Arrivavo fin giù nella strada appena sentivo il rombo di un motore nei cieli. Finalmente, quando ebbi un binocolo, cominciai ad osservare meglio... Da sempre il volo meccanico, quello che si fa guidando, è la mia passione personale. Io non ho bisogno di viaggiare, perché andare in aereo da passeggero è come salire su un treno. A me piace conoscere i materiali, creare queste macchine meravigliose, progettare novità».

Basta entrare nel garage di Domenico per capire: usando materiali di risulta crea modelli di ogni misura, anche grandissimi, anche d'epoca. Come il grande aereo militare che campeggia nel suo spazio quotidiano, un «G91» del 1955 che ha acquistato all'asta per 500 euro dal Comune di Locorotondo tanti anni fa. È il suo gioiello e lo si capisce dal modo entusiasta con cui lo presenta. Ma non solo: in ogni angolo ci sono eliche, carlinghe e scritte riconducibili al mondo del volo. Da vecchi elettrodomestici come aspirapolveri o ventilatori, Domenico crea eliche e fusoliere. Nulla si butta, tutto si ricrea. Scarti elettrici, fili, scritte e vecchie immagini fanno parte dell'universo creativo di questo ingegnere aeronautico mancato, il quale dopo aver terminato il suo lavoro nei campi, si dedica all'arte della creatività: oltre a progettare aerei, suona la fisarmonica e d'inverno crea un presepe «pubblico» - come lui lo definisce – aperto a tutti. Altra idea è quella di un Museo del volo. Domenico non è certo uno che manca di progettualità: «Vorrei proporre la nascita in questo luogo di un piccolo museo amatoriale. Sì, un'esposizione di velivoli in campagna e faccio appello a qualsiasi ente abbia qualche materiale da donarmi, io sono qui a riceverlo a braccia aperte».

Ma non solo. In un angolo del suo garage-fucina, Domenico ha progetti e disegni fatti a mano da lui. Guardandoli, si pensa ai tempi arcaici in cui l'uomo sognava il volo, o quando il grande Leonardo da Vinci provava a realizzare macchine volanti e disegna, disegnava senza sosta prendendo spunto dalla meccanica del volo dei volatili. Qui, a Ceglie Messapica, siamo ben lontani da quel mondo o da quel garage dell'Ohio in cui i Fratelli Wright nel 1903 riuscirono a prendere il volo con il Flyer, il primo aeroplano della storia. Era un piccolo velivolo, la cui idea veniva da un francese che creò la prima banda elastica da volo, ma i due ragazzi applicarono a loro modo quell'invenzione e dettero avvio alla lunga avventura dell'aviazione moderna. Attorno a Domenico quell'atmosfera di pionierismo ha i contorni campagnoli di un Sud che vuole creare. «In questi disegni sto spiegando la mia idea. Io ho in mente un progetto di elicottero-paracadute che possa evitare l'impatto forte in caso di caduta al suolo», spiega Domenico. E aggiunge, quasi commuovendoci: «Non so nemmeno se già esista, se qualcuno lo abbia già fatto prima di me, ma mi piacerebbe realizzare questo sogno». Perché il pioniere non deve mai aver paura di volare.

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